Reddito di cittadinanza, scoperti due furbetti

La Finanza smaschera un uomo e una donna che non ne avevano diritto. Lei lavorava in nero, lui era stato condannato per rapina

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Avevano chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza, in un caso dichiarando di non poter contare su nessun’altra fonte reddituale, nell’altro – invece – omettendo di precisare un aspetto: l’aiuto economico da parte dello Stato non poteva essergli riconosciuto perché sulla sua fedina penale c’era una condanna per rapina. Entrambe le situazioni sono passate al setaccio del personale della Guardia di finanza e i due "furbetti" sono stati smascherati e denunciati.

L’operazione portata a termine dalla Tenenza di Follonica rientrava nell’ambito delle attività di polizia economico-finanziaria e controllo economico del territorio disposte e coordinate dal Comando provinciale che in questo delicato periodo di crisi sta ponendo l’attenzione soprattutto su quei reati che vanno a colpire l’intera comunità a danno di chi ha veramente bisogno di aiuti concreti e immediati, e l’indebito percepimento di contributi economici è uno di questi reati. Complessivamente, i due soggetti smascherati avevano riscosso 14.979 euro.

Il primo controllo ha riguardato un uomo che aveva presentato la domanda "dimenticandosi" di dichiarare i suoi pregressi guai con la giustizia che lo avevano portato ad una condanna per rapina, condizione che – ovviamente – gli precludeva la possibilità di ricevere il reddito di cittadinanza.

Nel secondo caso, invece, l’attenzione dei finanzieri si è concentrata sulla richiesta presentata da una donna che aveva dichiarato di avere un reddito pari a zero. Anche in questo caso, però, gli accertamenti hanno consentito di appurare un’altra verità. Secondo il personale delle Fiamme gialle, infatti, il suo reddito ufficialmente era inesistente solo perché lavorava in nero e di denunciare quanto aveva ricavato dalla sua attività non le era proprio passato per la mente. Adesso con una denuncia però dovrà fare i conti, benché sia di un altro tenore.

"Queste attività – dice il colonnello Cesare Antuofermo, comandante provinciale della Guardia di finanza – non solo continueranno, ma verranno anche potenziate, perché l’indebito accesso a prestazioni sociali assistenziali genera iniquità, minando la coesione sociale. I cittadini onesti e coloro che hanno concretamente bisogno di assistenza devono sentirsi tutelati dall’attenzione investigativa che il Corpo sta rivolgendo a quanti si pongono volontariamente al di fuori delle regole, sottraendo le risorse destinate ai primi".