MICHELE CASALINI
Cronaca

Renè Mantovani morto in mare, fatali le lesioni dopo il tuffo dalla piattaforma

Il ragazzo di 21 anni si è spento domenica sera nell’ospedale di Siena senza mai riprendere conoscenza dall’infortunio di sabato. I familiari hanno dato il consenso alla donazione degli organi

Renè Mantovani

Monte Argentario (Grosseto), 8 agosto 2023 – Un tuffo dove il fondale era troppo basso, oppure con la testa ha colpito la piccola piattaforma in vetroresina da dove si era lanciato facendo – pare – una capriola. Ma che la causa del decesso sia del tutto imputabile alle lesioni causate dall’impatto dopo quel tuffo è cosa chiara anche alla Procura che, infatti, non ha disposto l’autopsia. E la famiglia ha dato il consenso all’espianto degli organi.

Renè Mantovani, 21 anni, studente universitario residente a Terni, si è spento nella tarda serata di domenica nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Siena dove era arrivato sabato sera con "Pegaso" che lo aveva prelevato sulla spiaggia di Feniglia dove i primi a prestargli soccorso erano stati i bagnini che con l’utilizzo del defibrillatore lo hanno rianimato più volte, fino a quando il medico – calato in spiaggia con il verricello – lo ha preso in consegna continuando le manovre anche durante il volo verso Siena. Ma il personale sanitario sapeva che le possibilità di salvarlo erano legate solo alla speranza e a nulla più. Lesioni gravissime, probabilmente la frattura dell’os so del collo.

La piattaforma in vetroresina in Feniglia dalla quale nel tardo pomeriggio di sabato si era tuffato Renè Mantovani
La piattaforma in vetroresina in Feniglia dalla quale nel tardo pomeriggio di sabato si era tuffato Renè Mantovani

Il giovane, fisico atletico, molto conosciuto nella zona perché la frequentava sin da piccolissimo, sabato era in spiaggia e dopo aver fatto due chiacchiere al bar, intorno alle 19.30, ha deciso di fare il bagno e ha raggiunto la piattaforma fissata sul fondale e utilizzata dai bagnanti come prendisole o anche per tuffarsi. Ed è quello che ha fatto anche lui. Il tuffo, l’impatto con la testa, l’inizio inesorabile della tragedia. E’ stato uno degli amici a rendersi conto che qualcosa era andato storto ed è entrato in acqua per prestargli aiuto, soccorrendolo quando era già in stato di incoscienza. Portato a riva, ha iniziato a espellere dalla bocca e dal naso molta acqua, ma è stata la posizione innaturale della testa e del collo a far capire che c’erano lesioni ben più gravi.