Reti forate dai granchi blu I piccoli pescatori: "Danni gravi all’attività"

I crostacei alieni stannno creando problemi non solo nella laguna di Orbetello "Fino a dieci metri di profondità danneggiano e mangiano tutto".

Il granchio blu sta facendo danni in Laguna di Orbetello, ma non solo. La pesca alle anguille è compromessa e c’è preoccupazione alla cooperativa dei Pescatori anche la stagione invernale. Ma l’esplosione demografica del famigerato crostaceo sta danneggiando la pesca anche in mare, come ci racconta uno dei pescatori della flotta della piccola pesca di Porto Santo Stefano, Fabio Sclano. Che si fa portavoce dei disagi che il granchio sta creando soprattutto sui fondali sabbiosi fino a 10 metri di profondità che si trovano nello specchio acqueo tra Albinia e Santa Liberata, provocando grossi fori alle reti che stanno facendo deviare la zona di pesca altrove. "A causa del granchio blu abbiamo dirottato in altre zone dell’Argentario dove i granchi non ci sono – afferma Sclano –. Ma da Albinia agli scoglietti di Santa Liberata, a 5-6 metri circa di profondità, non possiamo più calare le reti. Ogni granchio fa un buco che le distrugge, in più mangiano i pesci che trovano all’interno. La pesca varia in base alla stagione e questo crea un danno a tutti i pescatori della piccola pesca, ogni periodo ha la sua zona e questo crea dei danni anche economici. Ad ogni calata si trovano almeno 30-40 granchi e bisogna stare attenti alle dita, perché sono agilissimi e hanno tanta forza nelle chele. Se di norma prenderesti 10 chili di pesce, adesso non ne trovi neanche uno, perché se li mangiano i granchi". Un problema in più rispetto ai tanti riscontrati negli anni. "I feroni (un cetaceo che appartiene alla famiglia dei delfini) ci distruggono le reti alle profondità sopra i 15 metri – aggiunge il pescatore – e adesso i granchi a quelle inferiori ai 10 metri. Alla grande pesca invece i granchi blu al momento non danno noia, perché pescano a 50 metri di profondità, infatti oltre i 10 metri non li abbiamo ancora trovati".

Andrea Capitani