REDAZIONE GROSSETO

Rifiuti in mare, è allarme "In Maremma è il caos"

Dati choc: plastiche galleggianti nelle acque della provincia di Grosseto. Il progetto Common ha la soluzione. Iniziare ora una politica di buone pratiche

Nel mar Mediterraneo è ancora emergenza rifiuti: se ne rinvengono grandi quantità sulle spiagge, nelle acque e perfino nei pesci, i suoi abitanti. La maggior parte dei rifiuti proviene da attività terrestri.

A richiamare l’attenzione sull’emergenza dell’inquinamento nei mari, con Legambiente, è il Dipartimento di scienze dell’Università di Siena, partner scientifico del progetto Common, che ha diffuso risultati preliminari dei monitoraggi realizzati negli ultimi due anni sulle coste toscane e i dati delle analisi effettuate su alcune specie ittiche che popolano il mar Mediterraneo. Il team ha verificato la presenza di rifiuti galleggianti nelle acque dell’area maremmana, campionandoli in 12 diverse stazioni. In totale, sono state isolate settemila microplastiche – frammenti di rifiuti plastici dal diametro inferiore a cinque millimetri – per un valore medio di 0,18 frammenti su metro quadrato. La provenienza dei rifiuti galleggianti è la stessa degli oggetti rinvenuti sulle spiagge, e cioè imputabili principalmente alle attività a terra ed in minor parte a pesca e acquacoltura. Sempre nell’ambito del progetto Common, il gruppo scientifico guidato dalla professoressa Fossi ha analizzato la presenza di particelle plastiche in cinque specie ittiche isolando 111 microplastiche su un totale di 276 organismi. I dati sui rifiuti marini sono stati raccolti e analizzati nell’ambito del progetto europeo Common, e sono stati divulgati ieri durante il convegno "Pesca e marine litter", coordinato da Legambiente e Università di Siena e ospitato dal Polo Universitario di via Ginori.

"Il continuo ritrovamento nelle nostre spiagge di oggetti monouso, e soprattutto di plastiche usa e getta è una questione da affrontare urgentemente, soprattutto a livello mediterraneo. Progetti come Common sono fondamentali per tessere e rafforzare legami istituzionali, sia in ambito nazionale che con altri Paesi che si affacciano sullo stesso bacino e che si ritrovano ad affrontare problematiche simili", ha detto Giorgio Zampettidirettore di Legambiente. "L’inquinamento del mare e delle coste è uno dei problemi ambientali più urgenti da risolvere – ha detto Gabriella Papponi Morelli, presidente della Fondazione Polo Universitario Grossetano –. Ci impegneremo a fianco del Network delle Città Costiere, di Legambiente, della Regione e dell’Università nello studio e nella divulgazione delle migliori pratiche per la tutela degli ecosistemi". Il Network delle Città Costiereè una rete di buone pratiche: dalle scuole plastic free, agli impianti di acqua di qualità, dalla gestione sostenibile del turismo nelle aree protette ai presidi slow food: buone pratiche per una gestione dei rifiuti più sostenibili.