Quando ha visto mamma e babbo passare quella porta è scoppiata a piangere. Lacrime che non si sono fermate per tutta la notte, quando è tornata a dormire nel suo letto della cameretta dell’appartamento di via Lombardia, a quasi due mesi esatti dalla sua scomparsa. Elena Miruna Nemteanu, la diciassettenne grossetana è stata ritrovata nella tarda serata di lunedì in un appartamento in via Saturnia, a due passi dal centro storico di Grosseto. Elena Miruna era lì, insieme ad altre persone, tutte di nazionalità romena.
Sarebbe stata la famiglia ad avere un input fondamentale per scovare il nascondiglio della ragazza: sembra infatti che il padre Sorin abbia ricevuto un messaggio sul proprio cellulare, spedito da un ragazzo amico di sua figlia, che gli confessava dove sua figlia si trovava. Insieme ad altre persone e alla moglie Mihaela si è presentato sotto quel palazzo e ha avvertito la polizia. Poi è scattato il blitz delle forze dell’ordine che hanno fatto irruzione nella casa riconsegnando la giovane alla famiglia.
La ragazza è stata immediatamente accompagnata all’ospedale Misericordia per tutti gli accertamenti del caso: Elena comunque sta bene e nella mattinata di ieri è tornata a casa addormentandosi accanto alla mamma Mihaela che in questi due mesi non ha mai perso le speranze.
Adesso, però, ci saranno da capire molte cose: prima di tutto i motivi della scomparsa della ragazza, che frequenta il terzo anno del liceo di Scienze sociali alla Cittadella. Elena Miruna infatti, la sera del 7 di agosto, prima di cena indossò un vestito da sera, un paio di scarpe da ginnastica bianche e, senza telefonino e soldi, lasciò la sua casa di via Lombardia, dove vive da sempre con la sua famiglia.
Dal giorno della sua scomparsa, dunque, avrebbe quindi vissuto in città, senza mai spostarsi come invece si pensava all’inizio e come gli "avvistamenti", veri o meno, avevano raccontato nelle scorse settimane. Bisogna anche considerare che Elena non era da sola: con lei vivevano altre persone, le cui eventuali responsabilità in ordine alla scomparsa e soprattutto in relazione al periodo in cui è rimasta lontana dalla famiglia, sono adesso al vaglio dalla Procura.
La Squadra mobile, coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Ferraro, dovrà capire se e quali ruoli possano aver avuto queste persone in tutta la vicenda. Al momento, in ogni caso, non sarebbero stati adottati né provvedimenti né notificati avvisi di garanzia.
L’attività di indagine ha visto protagonisti gli uomini della Squadra mobile di Grosseto, la Polizia postale che in queste settimane ha vagliato e passato al setaccio tutti i dispositivi elettronici della ragazza e della famiglia e anche la Scientifica di Firenze che ha lavorato per scovare qualsiasi indizio necessario al suo ritrovamento.
Matteo Alfieri
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