REDAZIONE GROSSETO

Sant’Anna e la leggenda del lago dell’Accesa

La Chiesa ha festeggiato lunedì sant’Anna, protettrice delle partorienti e, per quanto riguarda la Maremma, anche dei mietitori. Un tempo, infatti, secondo quanto ci ricorda la tradizione popolare, nel giorno di sant’Anna i lavoratori dei campi facevano festa.

La leggenda racconta che il giorno di sant’Anna del 1218 un padrone avido, confidando in un raccolto copioso, costrinse i suoi servi a continuare la trebbiatura nonostante la festa. Era mezzogiorno e i lavoranti erano in un’enorme aia nel comune di Massa Marittima, quando la terrà cominciò a tremare. Dalle crepe del suolo uscirono lingue fiammeggianti e si formarono voragini così grandi da inghiottire tutto quello che si trovava sopra: case, alberi, animali e perfino i poveri mietitori intenti ad eseguire un compito che neppure volevano, come una sorta di violenta purificazione per l’affronto subito.

Le fiamme furono spente soltanto dall’arrivo di una pioggia torrenziale, che devastò la piana e riempì la voragine creatasi, dando origine al lago dell’Accesa.La credenza vuole che ancora oggi, recandosi sulle sponde del lago il 26 luglio, si possano sentire le grida dei contadini, il suono della campane del villaggio, il muggire dei buoi e gli zoccoli di cavalli in fuga dall’apocalisse scatenata in quel lontano giorno, oggi dimenticato.

Rossano Marzocchi