Grosseto, 16 giugno 2019 - Festa al reggimento Savoia Cavalleria per le celebrazioni del 327° anniversario dalla sua fondazione e per il 77° anno della carica di Isbuschenskij. Una giornata molto particolare e densa di emozioni quella che i baschi amaranto della Maremma hanno voluto regalare a tutte le autorità edai tantissimi ospiti convenuti a questa sentita cerimonia. In un solo giorno è stata ricordata la nascita di uno dei reparti più antichi d’Italia, gli eroi dell’epica carica di quel 24 agosto 1942 in terra di Russia, che scrissero una delle più belle pagine della storia militare italiana e non solo. Infine il saluto ai reparti in partenza per i nuovi impegni operativi sia in territorio nazionale che all’estero, un caloroso abbraccio simbolico di tutti i presenti ai cavalieri paracadutisti che affronteranno con fierezza le sfide future sulle orme degli eroi del passato. Segno tangibile di stima e affetto per il reggimento ha rappresentato la presenza dei medaglieri delle Associazioni Nazionali ‘Arma di cavalleria’ e ‘Paracadutisti d’Italia’ a rimarcare la doppia natura, nello spirito e nella sostanza, di ‘Savoia Cavalleria’.
A simboleggiare il forte legame con il territorio e le varie realtà locali impegnate nel sociale, il ‘Coro Mani Cantanti’, formato dagli alunni di alcune scuole primarie di Grosseto, che ha partecipato attivamente alla cerimonia interpretando in lingua dei segni l’inno nazionale sulle note della banda della Brigata Folgore. Si è trattato di un’innovativa metodologia didattica di canto, che si è dimostrata un potente acceleratore per l’apprendimento dell’italiano da parte degli alunni stranieri ed inclusiva per ogni bisogno educativo speciale dei bambini. Il 104° Comandante, Colonnello Ermanno Lustrino, nel suo discorso ha voluto dedicare ulteriori parole di affettto verso il reduce Giancarlo Cioffi, venuto a mancare solo pochi mesi fae a cui è andato il pensiero di tutti i presenti.
«Si è trattato di un un vecchio grande soldato che ha accompagnato ognuno di noi in questa grande avventura che si chiama Savoia – ha detto il Comandante Lustrino –. Il suo sguardo ci elettrizzava». Imtenso e culminante momento è sta anche la la lettura di uno scritto del colonnello Bettoni, Comandante all’epoca della carica che avvenne ben 77 anni fa in Russia, indirizzato alla propria famiglia pochi giorni dopo il fatto. «Oggi – scriveva infatti il colonnello alla famiglia – come vi dissi, sono in linea, pronto ad attaccare domani mattina. Sono sereno. Dio protegga “Savoia” e il suo Comandante. Non state in pena».