
A destra Schettino durante il seminario finito nella bufera
Grosseto, 8 agosto 2014 - MICHELA, 29 anni, è uno dei cento studenti che hanno partecipato alla lezione di Schettino. «Qualcuno ha storto il naso, io mi sono limitata ad ascoltare. Mi è sembrata interessante. Ha parlato non più di sette minuti». Schettino conferma, si sorprende di «tutto questo putiferio» e ribadisce di aver descritto l’incidente e «perchè sono state fatte certe scelte». «Visto che io — aggiunge — so veramente per filo e per segno quello che è accaduto». Ma la super-lezione è stata un vero terremoto. Al punto che ora ci si mettono anche gli psicoterapeuti, i quali evidenziano come la clamorosa uscita universitaria dell’ex comandante della Concordia rischi di accrescere i disturbi fisici da post-trauma in capo ai malcapitati superstiti del naufragio.
E CHE DIRE del rettore Luigi Frati che in meno di 24 ore ha attivato un procedimento disciplinare nei confronti del professor Vincenzo Mastronardi, quello che ha avuto la brillante idea di chiamare Francesco Schettino a un master di criminologia all’ Università La Sapienza di Roma? Non si placano i venti di bufera su Schettino, legittimato a parlare da uno degli atenei più importanti d’Italia, i cui vertici però hanno subito preso le distanze dalle parole dell’ex comandante di Meta di Sorrento. Una vicenda dalle mille sfaccettature sulla quale adesso mettono il cappello un po’ tutti e che ha prodotto reazioni a catena. Lo stesso Mastronardi abbozza in qualche modo una difesa: « Sono vittima — sostiene — di un’interpretazione errata. Il comandante non è stato invitato da me per una lezione. Ho ricevuto una telefonata dai suoi avvocati, mi chiedevano di partecipare per verificare che non ci fossero imprecisioni nel video della ricostruzione 3D dell’incidente. Sono stati loro a pregarmi di aggiungere sulla locandina la frase ‘con il commento di Francesco Schettino’. Lui è poi intervenuto dopo aver alzato la mano. Cosa dovevo fare, interromperlo? Non mi sento preclusivo nei confronti di nessuno. Pensavo fosse interessante il suo commento sulla ricostruzione del video 3D dell’incidente della Concordia». Un’ultima frase, questa, che la dice lunga su quella locandina stampata chissà quanti giorni prima, con una carta intestata «pesante» e che aveva – nei tre giorni del master – anche altri nomi illustri. Come quello di Vittoriana Abate, giornalista, alla quale si attribuisce un’affettuosa amicizia con il comandante Schettino, che un’ora prima, in quella stessa giornata, aveva edotto i partecipanti sulla «strategia nella scelta delle notizie». In queste ore il rettore Luigi Frati è dovuto correre in Ateneo per tappare una falla quasi più grossa di quella che lo scoglio delle Scole aveva lasciato sulla fiancata di sinistra dell’ammiraglia di Costa Crociere. «In dodici ore abbiamo attivato il procedimento disciplinare — ha reso noto il rettore —, reagendo in modo impeccabile alla sciocchezza che era stata commessa. Ho ricevuto tantissime telefonate di solidarietà. Molti mi hanno detto: ‘Speriamo che quel professore non la passi liscia’. Credo che non succederà, ma non sono io che decido. Lo farà un giudice, come in un regolare processo».
FRATI NON teme il crollo delle iscrizioni, pur se la figuraccia a livello planetario rimarrà scolpita come nel travertino di Roma. «La nostra reputazione non si scalfisce con una sciocchezza del genere — afferma ancora —, anche se ammetto che ci sono state lettere di sdegno da parte di famiglie di nostri studenti». E il caos ha avuto ripercussioni anche nella « Casa dell’Aviatore», la struttura che ha ospitato il master della discordia: i dirigenti hanno infatti avviato la procedura per l’accertamento di «eventuali violazioni agli obblighi previsti dal regolamento interno». Pesante il senso di indignazione dei soci, anche loro solleciti nell’assicurare la completa estraneità dell’ente e dei suoi associati a una vicenda che da qualsiasi lato la si guardi è, e resta, una clamorosa figuraccia.