REDAZIONE GROSSETO

Sclerosi multipla. Le nuove frontiere

Oggi al Misericordia incontro pubblico sulle terapie aperto ai cittadini

Sclerosi multipla. Le nuove frontiere

In occasione della Settimana mondiale dedicata al cervello, la Neurologia dell’ospedale Misericordia organizza un incontro pubblico dedicato ai pazienti con sclerosi multipla, oggi nell’auditorium del Misericordia, dalle 15.30 alle 18.

In adesione alle iniziative della Fondazione Onda anche il Misericordia, ospedale con tre Bollini Rosa, ha deciso di realizzare un evento informativo e di confronto rivolto ai cittadini, focalizzando l’attenzione sulla sclerosi multipla, in particolare, sui disturbi cognitivi correlati come per esempio difficoltà di concentrazione, scarsa memoria, rallentamento della capacità di elaborare informazioni, sensazione di annebbiamento mentale.

"Nell’incontro saranno trattati, rispettivamente nel mio intervento e in quello della collega neurologa Martina Cafalli, due aspetti principali – spiega il neurologo Sergio Pieri –: le recenti terapie farmacologiche per la cura della sclerosi multipla, già utilizzate nel Centro di Grosseto e il trattamento della spasticità con tossina botulinica, che sta partendo in questo periodo, per quei pazienti che ne hanno necessità. Nei pazienti nei quali esiste comunque una progressione di malattia, con esito in grave limitazione funzionale o spasticità, può infatti essere proposto, oltre ai trattamenti fisioterapici tradizionali, anche un trattamento con tossina botulinica associata a quello fisioterapico".

"I pazienti in carico al Centro Sclerosi multipla di Grosseto, diretto dalla dottoressa Katrin Plewnia, sono oltre 350 – afferma Roberto Marconi, direttore Neurologia –. La maggior parte di questi sono in trattamento farmacologico, con terapie che vengono per quanto possibile, adeguate al quadro clinico e all’evoluzione della malattia in ciascun soggetto. Ciò è oggi possibile grazie ai diversi tipi di farmaci a disposizione negli ultimi anni (oltre 14), che permettono di fornire una terapia il più possibile su misura ai singoli pazienti. Secondo la letteratura più recente è infatti necessario curare con i farmaci a più elevata efficacia il prima possibile rispetto all’esordio della malattia. Questo per ridurre le complicanze tardive della malattia, cioè la cosiddetta progressione, sia in senso fisico (rallentamento motorio, spasticità che, come si è visto negli ultimi anni, anche cognitivo (atrofia cerebrale)".