
Quando si parla del cambiamento climatico si intende qualsiasi alterazione dell’atmosfera globale che sia direttamente o indirettamente riconducibile all’azione umana. Esso assieme alla perdita di biodiversità è una delle più grandi sfide che il nostro mondo abbia mai affrontato.
Un nuovo studio prodotto dagli scienziati di 13 agenzie federali americane dimostra chiaramente le relazioni tra cambiamenti climatici e aumento di CO2 (anidride carbonica) prodotto dall’uomo. Anche se ancora oggi ci sono delle persone che promuovono teorie sul fatto che il riscaldamento, cambiamento globale, non esista, come dimostrano molti giornali.
Le attività umane, come la combustione di combustibili fossili, la deforestazione e l’allevamento di bestiame, influenzano la temperatura terrestre e incidono sul cambiamento del clima.
Queste attività, infatti, aggiungono enormi quantità di gas serra a quelle naturalmente presenti nell’atmosfera, alimentando l’effetto serra e il riscaldamento globale. Il fatto è, che un aumento di 2° gradi centigradi della temperatura annuale ha degli effetti già molto preoccupanti: ondate di caldo più lunghe di quelle attuali, inondazioni più frequenti, un maggior numero di incendi, e una distruzione più veloce delle barriere coralline.
Lo scioglimento dei ghiacciai, è un effetto del cambiamento climatico.
Secondo la Nasa sono 300 miliardi le tonnellate di ghiaccio che scompaiono ogni anno a ridosso del Polo Nord, mentre circa 130 miliardi al Polo Sud.
La situazione è in linea con gli scenari peggiori sul cambiamento climatico e potrà avere pesanti ripercussioni sulle comunità costiere. Lo dimostra il primo studio di questo genere basato su dati satellitari, guidato dall’Università di Leeds e pubblicato sulla rivista The Cryosphere.
Lo studio ha preso in esame 215.000 ghiacciai di montagna di tutto il mondo, la calotta glaciale della Groenlandia e dell’Antartide, le piattaforme di ghiaccio che galleggiano vicino all’Antartide e il ghiaccio alla deriva nell’oceano Artico e nella porzione più meridionale degli oceani.
I dati mostrano un aumento del 65% della velocità dello scioglimento dei ghiacci nell’arco di 23 anni: un’accelerazione dovuta al surriscaldamento di atmosfera e oceani, che per ogni decennio dagli anni Ottanta a oggi hanno fatto registrare rispettivamente un aumento di 0,26 e 0,12 gradi. Antartide e Groenlandia sono le regione del mondo più colpite.