Nessuno è escluso. C’è un legame indissolubile fra salute umana, dell’animale e dell’ecosistema. "One Healt" è prima di tutto una sfida, perchè nonostante venga messa al centro dai professionisti del settore, ancora non è un concetto a ricaduta sulla società. Eppure possono insorgere problemi che non rimangono fermi ad un solo aspetto (animale, umano o ambientale) ma che sono interconnessi. Questo il tema centrale dell’evento " One Healt il punto di vista del medico veterinario" che si è svolto ieri al Cemivet, luogo che esprime in modo chiaro il concetto in forma di dibattito in materia di Sanità animale, Farmaco-vigilanza e Sicurezza alimentare organizzato dalla Federazione nazionale Ordine Veterinari Italiani nel ruolo di Lead Organization e coordinatore scientifico dell’evento, in stretta collaborazione con il Centro militare veterinario dell’Esercito e il Nucleo Veterinario di Supporto Areale Nord dell’Esercito (Padova) a favore di medici veterinari, provenienti da altre Forze Armate/Corpi Armati dello Stato, del Servizio sanitario nazionale e vari progessionisti. "L’attività dei veterinari – spiega il consulente del presidente della World Organizzation for Animal Health Romano Marabelli – non è solo salvaguardare la salute degli animali ma salvaguardandola anche sotto sicurezza degli alimenti derivati si garantisce la sicurezza per l’uomo. Per prevenire è importare concentrarsi sulla biosicurezza nelle procedure della trasformazione dei prodotti". "E’ un concetto che diciamo da anni ma non viene declinato nella pratica – dice presidente della Federazione nazionale Ordini Veterinari Italiani Gaetano Penocchio –. One Healt non è ancora stata fatta effettivamente e non c’è coscienza". "A livello europeo i nostri prodotti sono tra i più sicuri – spiega direttore generale del Ministero Salute Ugo Della Marta –.Le malattie che sono trasmesse dai nostri alimenti sono sotto controllo dei veterinari ma se non viene messo in relazione con quello che riscontrano i medici non riusciamo a capire le sorgenti per identificare le contaminazioni".
Maria Vittoria Gaviano