Grosseto, 9 dicembre 2023 – Un quadro sconfortante ormai da due anni, da quando cioè il blocco degli sfratti è intervenuto in conseguenza della pandemia di Covid. Blocco che aveva momentaneamente rinviato l’esplosione di un problema sociale enorme, già evidente negli anni passati in conseguenza della mancanza di politiche pubbliche per garantire l’accesso alla casa. Grosseto e la sua provincia si apprestano ad aprire il 2024 con una bomba sociale dietro l’angolo: il problema della casa. I dati pubblicati dal Ministero degli interni sull’andamento degli sfratti (i dati sono riferiti all’anno 2022) confermano le più nefaste previsioni. Secondo il monitoraggio effettuato dal Ministero degli interni, infatti nel corso del 2022 in provincia di Grosseto i proprietari di seconde case hanno presentato alla magistratura 434 istanze per l’esecuzione di sfratto: il 261% in più rispetto al 2021. Sempre lo scorso anno i provvedimenti di sfratto emessi dal Tribunale di Grosseto sono stati 160 (di cui 13 per finita locazione e 147 per morosità), dei quali 94 nel comune capoluogo e 66 nel resto della provincia, con una variazione del 36% rispetto al 2021. Gli sfratti poi eseguiti nel 2022, anche con l’esercizio della forza pubblica, sono stati 138 (+273% rispetto al 2021). Se questa era la situazione lo scorso anno, nel corso del 2023 le cose sono drasticamente peggiorate, perché agli sfratti nel frattempo in corso di valutazione di quelli richiesti nel 2022 (circa 250 rimanenti), si sono aggiunti quelli richiesti negli ultimi 10 mesi. Motivo per cui, secondo una proiezione fatta dal Sunia, entro la fine dell’anno ci potrebbero essere 300 provvedimenti di sfratto esecutivo, la stragrande maggioranza dei quali per morosità. Con una quota significativa di questi per morosità incolpevole. "Come avevamo ampiamente denunciato nel corso degli ultimi due anni – spiega Antonio Terribile, segretario del Sunia maremmano – la situazione è precipitata, riportandoci a numeri pre pandemia, addirittura peggiori degli anni 2018 e 2019. E’ ormai evidente la necessità, più volte sottolineata, di una nuova politica abitativa che metta al centro un piano casa, per il rilancio dell’edilizia pubblica e sociale con adeguate risorse statali e regionali, strutturali. Inoltre, a maggior ragione in una situazione così drammatica, il governo Meloni deve rifinanziare il fondo a sostegno di affitti e morosità incolpevole, che con la precedente legge di bilancio ha di fatto abolito".
Terribile parla di "forte mobilitazione". "Servono maggiori risorse da destinare all’emergenza abitativa. Dal Comune ci aspettiamo che alzi la voce con il governo per tutelare i propri cittadini. Se non altro perché – chiude Terribile –- altrimenti, sarà lo stesso ente locale a essere considerato corresponsabile di una situazione inevitabilmente destinata a degenerare".