
Si può navigare dove si incagliò la Concordia
A dodici anni dal disastro della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio del 2012, vengono di nuovo ammesse la navigazione e la balneazione sopra i fondali dell’isola del Giglio dove è rimasta incagliata e semirovesciata la nave. Un naufragio che costò la vita a trentadue persone e per il quale il comandante della nave, Francesco Schettino, sta scontando nel carcere di Rebibbia la pena di 16 anni di reclusione. A stabilire che la navigazione e la balneazione sopra i fondali dell’isola del Giglio, dove naufragò la Concordia, siano di nuovo ammesse è stata un’ordinanza dell’Ufficio Circondariale Marittimo del Giglio che recepisce un’istanza del primo gennaio dell’Osservatorio di Monitoraggio dell’isola, dell’Ispra e dell’Arpat per il ripristino, la ricostituzione e la stabilizzazione degli habitat marini dopo che l’area venne occupata dal cantiere per la rimozione della nave. Adesso i divieti sono stati ridimensionati. Dunque, sarà consentito il transito di unità navali e la balneazione attiva che non rappresentano elementi di rischio per i fondali marini. Resta invece resta vietato fino al marzo 2029, "ancorare e sostare con qualunque unità navale, sia da diporto che ad uso professionale, indipendentemente dalle dimensioni, svolgere attività di pesca professionale e sportiva ed effettuare immersioni subacquee".
L’area è quella sotto costa che va da Cala Ficaiaccia a Punta del Lazzaretto.