
Dopo quasi due mesi di chiusura, aprono i ristoranti in Maremma, con il ritorno della Toscana zona gialla. Ma l’apertura sarà un soffio, dato che le feste natalizie subiranno molte limitazioni. A poche ore dal via libera, abbiamo fatto un giro nei locali di Grosseto, per dare voce a chi si trova dall’altro lato del bancone. La prima tappa è al ristorante-rosticceria Margherita in via Telamonio, dove i tre soci allestiscono i tavoli.
E’ Dorina Dragnev a parlare con noi: "Dal primo lockdown, abbiamo avuto perdite intorno al 50% e dopo è stato un susseguirsi di eventi. Noi siamo sempre stati aperti per l’asporto, ora riapriamo per tamponare le spese e far rivivere il locale. Avevamo alcune prenotazioni per il giorno di Natale e dovremo vendere l’asporto, con il rischio che i clienti disdicano. Rispetto a un anno fa, abbiamo subito un 70% di perdite". Ci spostiamo in centro, a L’uva e il malto di Moreno Cardone, che troviamo in cucina: "Siamo moralmente ed economicamente distrutti- esordisce-, gli incassi non entrano e con l’asporto i guadagni non sono gli stessi: siamo indietro con bollette. Rispetto allo scorso anno, fatturiamo il 90% in meno, non avendo fatto né cene né pranzi aziendali in periodo prenatale. Questa riapertura è come un bicchiere d’acqua quando si vive nel deserto: ti salva la vita, ma se continui a vivere nel deserto una volta finito, il bicchiere non c’è più. In conferenza stampa, Conte parlava affannato, ma gli affanni sono quando non hai soldi per mangiare e pagare le bollette".
Ci spostiamo alla Locanda Portavecchia, dove ci accoglie Andrea Buganza, il titolare: "Noi non abbiamo fatto asporto- ci dice- la nostra cucina ci perderebbe e con i pochi aiuti ricevuti conviene restare chiusi. Di conseguenza, il fatturato è calato del 100 per cento, rispetto all’anno precedente. Ora riapriamo per questi giorni, lo facciamo per i clienti affezionati, le persone sono solidali verso i commercianti e non è scontato".
Ultima tappa alla vineria da Romolo, dove incontriamo il titolare Orazio Domeniconi: "La situazione è paradossale- commenta- però c’è voglia di ritornare al lavoro, sentire i clienti, prendere le ordinazioni e accendere i fornelli. Questi quattro giorni per noi sono come se fossero quaranta. Siamo chiusi dai primi di novembre, non abbiamo ricevuto aiuti e il poco avuto è stato reso in tasse. Rispetto allo scorso anno il fatturato di questo periodo è calato del 100%. Comunque riapriamo, fino alle 18 siamo attivi e aspettiamo i clienti con orario no stop".
Francesca Sabatini