Scioperare per riprendere in mano il proprio destino. È un po’ questo il senso generale che ha spinto oggi molti lavoratori ad aderire allo sciopero indetto da Cgil e Uil. Tanti i settori coinvolti, lo sciopero generale è di otto ore e riguarda tutti i comparti del lavoro pubblico e privato, comprese sanità e trasporti. Una massiccia delegazione di manifestanti grossetani si recheranno a Firenze dove è prevista una manifestazione. "Siamo arrivati alla decisione dello sciopero generale principalmente - spiega la segretaria della Cgil grossetana, Monica Pagni – perché il governo continua a negare l’evidenza: oramai il lavoro povero sta diventando ‘pandemic’". Anche la quota minoritaria di lavoratori dipendenti che ha potuto contare sui più recenti rinnovi contrattuali, non è stata in grado di recuperare l’erosione del potere d’acquisto causato dall’inflazione degli ultimi tre anni". Per Pagni la situazione è drammatica e "il governo – conclude – ostacola la redistribuzione del carico fiscale introducendo per i lavoratori dipendenti un bonus fiscale (decrescente al crescere del reddito) e una detrazione da 1.000 euro (per redditi da 20 a 32mila euro) che in parallelo al taglio del cuneo contributivo (governo Draghi) produrranno il paradosso di aumentare le tasse, soprattutto a chi percepisce redditi fra 15.500 e 16.500 euro". "A nostro malincuore – commenta Federico Capponi, Uil – lo sciopero non è unitario, ci dispiace che la Cisl non abbia aderito. Si tratta di uno sciopero che entra nel merito delle questioni. Possiamo dire ad esempio che le risorse previste dal Governo da destinare alla sanità sono insufficienti. Chiediamo inoltre la tassazione degli extraprofitti e la detassazione del rinnovo contrattuale". A proposito di sanità, i due sindacati commentano le parole di Antonio d’Urso, che per anni ha svolto il ruolo di direttore generale dell’Asl Toscana Sudest. ""Al territorio della Sud Est mancherà – ha detto Roberto Carletti, segretario Fp Cgil Grosseto – un grande professionista al quale da sempre abbiamo riconosciuto professionalità e competenze. Siamo preoccupati di come verrà raccolta l’eredità che lascia D’Urso, perché dopo i due mesi passati da quando abbiamo appreso della sua partenza, a oggi non sembrano esserci ufficialità su chi prenderà il suo posto". "L’eredità della sanità che oggi ci troviamo – commenta Luciano Fedeli, Uil Fpl – proviene dalla Regione e dal Governo. Il problema sono le risorse che non vengono investite sul personale".
Nicola Ciuffoletti