REDAZIONE GROSSETO

Smart working, c’è il contributo

Il Comune prevede un sostegno per l’affitto a chi risiede nel territorio e decide di lavorare da casa

Il lavoro da remoto ha subìto una forte accelerata tanto che sono sempre di più le aziende che spingono i propri dipendenti a lavorare da casa. La presenza in ufficio, in molti casi e soprattutto per alcune mansioni non è più obbligatoria, e questo cambiamento ha portato il comune di Santa Fiora a escogitare una strategia con l’obiettivo di attirare "lavoratori smart" nel proprio territorio.

Il sindaco Federico Balocchi e tutta la sua squadra, quindi, hanno deciso di mettere a disposizione incentivi economici a chi decide di trasferirsi a Santa Fiora per lavorare in smart working. Gli aiuti, sottoforma di voucher, andranno ad erogare contributi che i lavoratori dovranno utilizzare per alleggerire le spese sostenute per l’affitto.

L’obiettivo, ambizioso e realizzabile, è quello di trasformare Santa Fiora in un "villaggio smart". È stato pubblicato dunque un avviso pubblico per erogare questi voucher ed è rivolto a coloro che sceglieranno di lavorare da remoto, per almeno due mesi nel territorio di Santa Fiora, tali incentivi andranno a copertura delle spese sostenute per la locazione di un’abitazione, fino alla concorrenza massima del 50% della spesa sostenuta per l’affitto, per una durata non superiore a 6 mesi. Ma anche sui tempi è tutto da vedere, perché se l’esperimento dovesse andare a buon fine è possibile che l’amministrazione possa prorogare la durata. Si parla anche di cifre e trovano in 200 euro il tetto massimo erogabile a persona. "Partirà a giorni la campagna comunicativa di questo progetto – spiega Federico Balocchi -. Lo smart working è una modalità ordinaria di lavoro, anche per persone che fino a ieri dovevano rimanere in città e lavorare obbligatoriamente in sede. Un territorio come il nostro dove i servizi sono presenti e costano meno che in città, può rappresentare una valida alternativa. È un esperimento quello che stiamo facendo, ben consapevoli che il lavoro da remoto è un modello già collaudato e che trova il parere favorevole di molte aziende".

Nicola Ciuffoletti