
I soccorsi subito la sparatoria mortale che è costata la vita a Salvatore De Simone
Follonica (Grosseto), 31 agosto 2018 - Da qualche settimana la speranza di tornare a vivere una vita normale è nelle mani dei medici e degli infermieri della clinica di Montecatone, la struttura riabilitativa che si trova a Imola e che ospita persone con gravi problemi. Massimiliano De Simone, 46 anni, l’uomo ferito nella sparatoria a Follonica nella quale è rimasto ucciso suo fratello Salvatore, si trova lì. Sono stati i medici del policlinico ‘Le Scotte’ a decidere il suo trasferimento in una struttura più idonea alle esigenze dell’uomo che ha dei gravi problemi di deambulazione dopo essere stato colpito da un colpo di pistola sparato da Raffaele Papa, 30 anni, in carcere con l’accusa di omicidio.
Una sparatoria, quella di Follonica del 13 aprile scorso, che ha lasciato purtroppo molti strascichi, oltre la targedia delle morte di Salvatore De Simone a soli 42 anni, titolare di un hotel insieme alla madre, il ferimento del fratello Massimiliano e della farmacista Paola Martinozzi, che stava passando per caso. Una sparatoria che sarebbe stata innescata da futili motivi: ovvero i litigi, sempre più contrinui, tra i fratelli De Simone e il proprietario della rosticceria Buono, del padre dell’omicida reo-confesso Raffaele Papa.
Subito dopo pranzo nella centralissima via Matteotti di fronte all’hotel Stella, i proprietari dei locali vicini iniziarono a sentire le urla. L’acqua utilizzata da una donna dell’hotel per fare le pulizie era caduta vicino alla tenda della rosticceria. Antonio Papa, padre dell’assassino, su tutte le furie, prima minacciò la donna mimando il gesto della pistola e poi dalle parole passò ai fatti. Ma quando la donna chiamò i figli della proprietaria, Salvatore e Massimiliano, era arrivato a dar manforte al padre, Raffaele, 29 anni, che aveva già in mano l’armacon cui ha fatto fuoco. Colpendo a morte Salvatore e riducendo in fin di vita il fratello Massimiliano e la farmacista, assolutamente estranea al litigio. Una sparatoria che fu subito definita in ‘stile mafioso’.
Papa consegnò la pistola al padre (anche lui arrestato successivamente e poi tornato in libertà) e si dette alla fuga. I carabinieri però sapevano che viaggiava a bordo di un’Audi Q5 nera che arrivò fino a Grosseto. I carabinieri del Nucleo investigativo lo stavano aspettando e lo trovarono in via Aurelia Nord, vicino al bowling. Senza dire mezza parola fu arrestato e tuttora è in carcere. Nei prossimi giorni è atteso anche il deposito della perizia balistica.