MATTEO ALFIERI
Cronaca

Strazio al funerale di Aurora. Una folla per l’addio alla giovane morta in gita: "Una sola domanda: perché?"

Lacrime, fiori colorati e silenzio a Batignano per l’ultimo saluto alla diciannovenne. Don Vincenzo: "Difficile comprendere quello che è umanamente incomprensibile".

Lacrime, fiori colorati e silenzio a Batignano per l’ultimo saluto alla diciannovenne. Don Vincenzo: "Difficile comprendere quello che è umanamente incomprensibile".

Lacrime, fiori colorati e silenzio a Batignano per l’ultimo saluto alla diciannovenne. Don Vincenzo: "Difficile comprendere quello che è umanamente incomprensibile".

BATIGNANORose rosse e bianche. Orchidee e calle. Mille colori. Che hanno abbracciato i vicoli e le strade di Batignano. Un paese intero che si è stretto in un lungo commovente abbraccio per l’ultimo saluto ad Aurora Bellini, la diciannovenne morta mentre era in gita con la scuola e che in paese c’era nata e cresciuta. Un affetto enorme ha avvolto quella bara bianca, portata a spalla in un silenzio rotto solo da qualche singhiozzo inarrestabile, fino alla chiesa di San Martino, il piccolo luogo di culto. Insieme ad Aurora varie generazioni: i compagni di scuola, l’istituto per Geometri, che ieri addirittura ha deciso di chiudere le lezioni un’ora prima per non mancare alla cerimonia funebre, gli amici d’infanzia, ma anche gli anziani del paese, bambini e naturalmente i parenti. Tutti insieme in un abbraccio unico che solo una piccola comunità può regalare. E poi le parole. Tante dei quattro sacerdoti che hanno officiato la funzione religiosa. Uno spartiacque tra la vita e la morte. Ci sono voluti essere tutti quelli che Aurora l’avevano vista nascere, crescere e anche purtroppo morire. Ma è stato don Vincenzo, durante l’omelia funebre, a toccare le corde più profonde. Quelle di difficile lettura. Perchè non è facile spiegare ai genitori come una figlia possa partire per una gita con tutti i sorrisi del mondo e vederla tornare dentro una cassa di legno. Il parroco ci ha provato: "E’ difficile capire come possano accadere cose del genere – ha detto – ed è impossibile darsi un perché. Nessuna parola d’aiuto può essere adatta per una tragedia del genere. Ma dobbiamo sapere che la fede ci aiuterà". Don Vincenzo va oltre: "Il Signore non ci ha dato una risposta certa per comprendere quello che non è umanamente incomprensibile. Ma la morte deve essere vista come una meta, che è quella della beatitudine, dell’incontro in Comunione con Dio. Questa è la vita, un cammino che può avere percorsi diversi, magari incerti e pieni di buche. E dunque ci resta solo quella domanda. Perchè?".Il mistero della vita che si interseca con quello della morte. Una comprensione che si dimentica guardando la foto, sorridente, di Aurora. Ce ne sono due, di ritratti. Quello sulla bara regge due magliette con le firme degli amici e dei compagni di classe. Tutti insieme in fondo alla piccola chiesa di San Martino con un fiore in mano, in attesa di liberare i palloncini bianchi e rosa poco prima dell’ultimo passaggio a spalla sotto la porta medievale del paese. Commovente anche il saluto di Francesco Di Napoli, il presidente della Pro loco del paese che dal pulpito ha letto un piccolo pensiero per Aurora, trattenendo a stento la commozione: "Ogni angolo di questo paese ci ha visto ridere – ha detto – sei sempre stata la mia piccola patatina. Volevo proteggerti ma non ce l’ho fatta". Ma è tutto un mondo che la saluta: come quello degli sportivi del piccolo paese che durante la partita di calcio hanno voluto ricordarla con uno striscione e un mazzo di fiori. Catullo scriveva: "Il sole può tramontare e risorgere. Per noi quando la breve luce si spegne resta un’unica eterna notte da dormire". Un sonno che Aurora ha già iniziato a compiere tra lo strazio di un mondo che ancora si chiede come sia potuto accadere. Matteo Alfieri