REDAZIONE GROSSETO

Taglio del bosco, ora si muove la Regione

L’assessore Saccardi chiederà al ministero un tavolo di lavoro per superare le difficoltà giunte dopo la sentenza del Consiglio di Stato

E’ sempre caldo il dibattito intorno al tema che riguarda i permessi che ruotano intorno alle pratiche selvicolturali sul monte Amiata (ma non solo). Una recente sentenza del Consiglio di Stato sta di fatto bloccando il taglio e la manutenzione dei boschi e su questo argomento interviene anche la Regione Toscana. I tagli al momento bloccati sono quelli che sorgono in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, per cui andrebbe chiesta un’autorizzazione alla Soprintendenza. La sentenza ha suscitato più di una perplessità.

"Cura del bosco e tutela del paesaggio – sottolinea la vice presidente ed assessore all’agricoltura della Toscana, Stefania Saccardi – non sono di per sé contrapposti". Così la Regione chiederà al Segretariato regionale del ministero per i Beni culturali di costituire una tavolo tecnico che sia operativo entro la fine del mese in modo da affrontare le criticità che sono già emerse, per preservare le pratiche selvicolturali che non alterano il paesaggio. Un passo in avanti quello annunciato dalla Regione che dovrebbe permettere di superare questa fase di stallo.

"Chiederemo anche al Parlamento di intervenire – aggiunge l’assessore – per fare chiarezza, per consentire uniformità di giudizio e per definire precisi confini delle diverse competenze".

Anche la Regione fa intendere la convinzione che il taglio dei boschi, oltre ad essere un’attività economica di coltivazione, aiuta spesso a preservare le foreste: contro il rischio di incendi, ad esempio. Se correttamente eseguito aiuta anche a prevenire dissesti idrogeologici. C’è inoltre chi fa legna per consumo personale: nei piccoli appezzamenti al di sotto dei mille metri quadrati si poteva fare liberamente mentre oggi anche questa attività sarebbe sottoposta all’ulteriore appesantimento burocratico di un’autorizzazione paesaggistica. E il rischio, da scongiurare, è quello dell’abbandono delle proprietà.

"L’ambiente e il bosco, la sua vita e la sua consistenza – dice la Saccardi – si proteggono con tecniche appropriate. Il bosco è un bene dinamico e solo una sua corretta gestione ne può garantire il perpetuarsi. Peraltro i boschi oggetto di tutela sono da sempre antropizzati, risultato di centinaia e centinaia di anni di interventi selvicolturali, e solo proseguendo in queste attività si possono mantenere nello stato di fatto".

Ci sono poi aree dove il vincolo paesaggistico non riguarda direttamente il bosco di per sé. Tutti problemi, messi in fila, da affrontare appunto ad un tavolo tecnico, anche con le quattro Soprintendenze, in modo da individuare percorsi più agevolmente praticabili.