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Teatro Moderno. Nino D’Angelo tra musica e storie

Domenica il concerto "Il poeta che non sa cantare" "Canto e mi racconto, sono coerente e mi diverto".

Teatro Moderno. Nino D’Angelo tra musica e storie

Nino D’Angelo arriva sul palco del Teatro Moderno, domenica alle 21.

Più di quarant’anni di canzoni, per lo spettacolo "Il poeta che non sa parlare", un’antologia di vecchi successi, da "Nu jeans e ‘na maglietta" a "Pop corn e patatine" e "Senza giacca e cravatta", fino ai brani del fortunato album, finalista al Premio Tenco, dal quale il tour prende il titolo.

Che spettacolo sarà?

"Direi che è uno spettacolo di teatro canzone – racconta D’Angelo –, un concerto dove ogni tanto racconto un po’ di cose, dialogo con il pubblico, ripercorrendo un po’ la mia storia. In questo tour ho avuto la fortuna di esibirmi ancora una volta in alcuni dei più prestigiosi teatri italiani e chi è venuto a sentirmi ha dimostrato ogni volta il suo grande affetto. Il rapporto con il pubblico per me è rimasto sempre bellissimo, ormai siamo una famiglia allargata".

C’è qualcosa che sente di non avere ancora raggiunto?

"Non direi. Anzi, ho fatto più di quello che dovevo fare. Anche se alcune cose sono arrivate in ritardo, io da quando ero ragazzino ho sempre fatto il mestiere che mi piaceva e mi pagano per farlo. Sono stato fortunato. Ci vuole la fortuna, non basta il talento. E bisogna esser coerenti. La mia coerenza è piaciuta. Io cantavo in napoletano e oggi tutti vogliono cantare in napoletano. A Sanremo c’era sempre polemica perché io cantavo in napoletano e oggi è diventato di moda. E io oggi faccio il doppio della gente che facevo allora. Riempio teatri dappertutto".

Quella famiglia si è allargata ancora di più?

"È gente che non mi ha mai abbandonato, che è cresciuta con me. Però adesso vedo anche un pubblico nuovo, anche quelli che mi avevano snobbato e ora sono diventati fan sfegatati. È successo a tanta musica degli anni Ottanta, del resto. Allora magari non piaceva, ma oggi tutti ricercano quei suoni, il che dimostra quando quella musica fosse avanti rispetto ai tempi".

Riccardo Bruni