REDAZIONE GROSSETO

Teatro Moderno. Venere Nemica. Ma più umana

Drusilla Foer veste i panni della Dea che decide di abitare a Parigi e di godersi le imperfezioni terrene.

Teatro Moderno. Venere Nemica. Ma più umana

Drusilla Foer domani alle 21 salirà sul palco del teatro Moderno con uno spettacolo di prosa e musica, profondo e irriverente, divertente e spigoloso

Torna a Grosseto Drusilla Foer, al teatro Moderno, in uno spettacolo di prosa e musica in programma domani alle 21 nel quale diventerà Venere, Dea della bellezza e dell’amore.

"Avevo voglia di fare della prosa – dice l’artista –, scrivendone il testo di cui ho fatto la drammaturgia, collaborando molto col regista Dimitri Milopulos, in uno spettacolo costantemente in equilibrio tra dramma e leggerezza, parola recitata e musica".

Creatura immortale, l’antica Dea vive oggi lontano dall’Olimpo e dai suoi parenti, immaturi, vendicativi, capricciosi, prigionieri come la Dea stessa nell’eterna bolla di tempo che è l’immortalità. Ha trovato casa a Parigi ("Perché Parigi è la grande piazza celebrativa delle divinità"), fra gli uomini, di cui teneramente invidia la mortalità, che li costringe all’urgenza di vivere emozioni, esperienze sentimenti. Venere può permettersi di essere imperfetta tra gli umani.

Si sa: in tempi duri per tutti – in particolare per gli Dei in deficit crescente di fede e consenso – potersi permettere finalmente di vivere nell’imperfezione dell’umano esistere, godendo delle debolezze umane come la moda e il lusso, non è cosa da poco: "Immaginate la mia gioia. Una Dea, condannata a vivere nell’eterna umidità del mare, scoprire l’esistenza della messa in piega!".

Grazie al rapporto con la sua misteriosa e inseparabile cameriera interpretata dalla perfetta compagna di palco, l’attrice Elena Talenti, Venere, quasi per gioco, nel momento in cui gli uomini non credono più agli dei ma agli eroi, ripiomba nel passato: nella storia di Amore, il figlio ingrato e disobbediente, e Psiche, sulla quale Venere (da suocera nemica) riversa tutto il suo rancore di Dea frustrata e di Madre tradita.

Ispirato alla favola di Apuleio "Amore e Psiche", Venere Nemica rilegge il Mito in modo divertente e commovente a un tempo, in bilico tra tragedia e commedia, declinando i grandi temi del Classico nella contemporaneità: la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna nei confronti dei figli, il conflitto secolare fra uomini e Dei.