Una storia che vale la pena essere raccontata. Protagonista è Ivan Terrosi, assessore a Massa Marittima e figlio di Ferio, un deportato in Germania negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale. Ferio era anche un ex minatore della Niccioleta. Una storia che è rimasta segreta per molto tempo ma che qualche giorno fa Ivan Terrosi si è deciso a scrivere in un breve ma intenso post sulle pagine di Facebook. Racconta che con suo padre Ferio, "nel 2011 prendemmo un pezzo di terra vicino a Prata". "Con il mio povero babbo, deportato nel giugno del 1944, durante il tragico eccidio dei suoi 83 compagni minatori, decidemmo di mettere a dimora in loro onore e ricordo, proprio 83 olivi". Terrosi prosegue nel suo racconto: "Alla morte di mio babbo Ferio, per suo volere, abbiamo disperso le ceneri nella oliveta e aggiunto un olivo in suo ricordo. Nelle nostre menti è avvenuto un ricongiungimento tra la loro esistenza, che una mano assassina aveva separato in vita terrena".
Un ricordo toccante quello dell’assessore di Massa Marittima per quel che avvenne al tempo nella frazione del comune. Un eccidio che è passato alla storia per colpa della ferocia nazifascista. Qualcosa di indelebile che è rimasto nella memoria non solo nei parenti di coloro che in quelle terre trovarono una morte assurda e atroce. Un ricordo che Ivan Terrosi tiene vivo per la memoria di suo padre Ferio con quei 83 olivi che rimarranno sempre come monito perché atrocità del genere non accadano più.