
Carmelo Bengala, direttore della Uoc Oncologia medica del Misericordia
di Angela D’Errico
GROSSETO
Di tumore si può guarire. Anche se il nome continua a fare paura al punto che spesso si evita di pronunciarlo. «Oggi possiamo dire ai nostri pazienti che possono guarire e questo grazie a terapie e farmaci più efficaci». A dirlo è Carmelo Bengala, direttore UOC Oncologia medica dell’ospedale Misericordia e coordinatore regionale Aiom, associazione italiana oncologia medica. Accanto ai farmaci più efficaci c’è però anche una maggiore rispondenza dei pazienti alle campagne di screening, molto alta quella per il seno, meno nel colon retto e cervice uterina. Oggi si muore meno per tumore. Il tasso di mortalità ha subito una importante contrazione.
Dal 2006 al 2015 i morti per cancro nell’area della ex Asl 9 sono diminuiti del 13% mentre in Toscana del 8,7%.«A Grosseto abbiamo farmaci non ancora introdotti in commercio – precisa il dottor Bengala - e questo perché il Misericordia è un centro di riferimento oncologico». «La chemioterapia oggi rappresenta il 50 per cento dei trattamenti – spiega Bengala -. Qui facciamo terapie ormonali, nei casi di tumore al seno, immunoterapia e terapie a bersaglio molecolare. Ogni terapia va studiata sul paziente perché non va bene per chiunque». Dal 2011 è cresciuto il numero di pazienti affetti da tumore trattati dall’oncologia medica di Grosseto: da 84 ai 1570 del 2018.
«Questo dato – spiega Bengala – indica una maggiore fiducia dei pazienti nell’ospedale di Grosseto». Grosseto, accanto a Pisa, Firenze e Arezzo è uno dei quattro poli di riferimento oncologico della Toscana, un traguardo raggiunto grazie al lavoro di Carmelo Bengala che adesso vorrebbe aggiungere un altro tassello. «Mi piacerebbe che Grosseto diventasse un Comprehensive Cancer Center, un centro dove si curano tutti i tipi di tumore. Sarebbe la mia ambizione. Al momento in Italia ce ne sono due, uno al Gemelli di Roma e l’altro al San Martino di Genova».
Ma che cosa è un polo di riferimento oncologico? «È un polo dove si fa ricerca, innovazione e cura dei tumori. Qui facciamo innovazione organizzativa, diagnostica e terapeutica – spiega Bengala – Attorno al Polo ruotano 15 figure professionali. Qui non si fanno solo terapie ma il paziente viene accolto, studiato e trattato secondo le ultime ricerche scientifiche e dei percorsi strutturati a seconda dell’area interessata dal tumore».
A Grosseto fra i percorsi c’è quello di genetica oncologica, portato a modello a livello regionale. E poi il percorso di qualità di vita. «La qualità della vita è importante, sia dal punto di vista psicologico che alimentare – dice Bengala – Il paziente deve riprendere subito una vita sociale e relazionale. Il benessere fisico e psicologico fa parte della cura».
Dal 2017 i pazienti oncologici possono contare anche sull’Aiuto Point, uno sportello di accoglienza dove il malato fissa gli appuntamenti senza passare dal Cup e senza sovrapposizioni e gestito da infermiere formate per la presa in carico del paziente.
«Questo è un nostro fiore all’occhiello. L’Aiuto point fu introdotto dalla Regione ma noi siamo andati oltre le indicazioni regionali impiegando personale infermieristico invece che amministrativo. Ogni anno qui facciamo 35 mila prenotazioni». Il polo oncologico conta su tre diverse Cancer Units: per il seno, per la prostata e per il polmone.« Qui si fa anche innovazione diagnostica con strumentazioni per studi di biologia cellulare alla ricerca di alterazioni geniche e molecolari. Questo ci permette di individuare la terapia più giusta per il paziente» conclude Bengala.
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