"Sposiamo in pieno la proposta di legge d’iniziativa popolare ‘Un cuore che batte’, finalizzata a introdurre una modifica all’articolo 14 della legge 194 che risale al 1978. Per questo abbiamo scelto di firmare il modulo disponibile nell’ufficio segreteria generale del Municipio". Queste le parole del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e della presidente della commissione Pari opportunità, Carla Minacci, che hanno deciso di aderire alla proposta che farà sicuramente discutere. Già in queste ore, alcuni consiglieri di centrosinistra del Comune di Grosseto hanno scritto sui propri social che si tratta di una presa di posizione sbagliata.
La proposta infatti prevede che il medico che effettua la visita che precede l’interruzione di gravidanza sia obbligato a far vedere alla donna intenzionata ad abortire, tramite esami strumentali, il nascituro che porta in grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso. La finalità è quella di accrescere la consapevolezza del gesto dell’aborto. "Ciò, ovviamente – proseguono Vivarelli Colonna e Minacci – non va a limitare la libertà individuale della donna sancita dalle norme e dal buonsenso. Ma rende più completo e maturo il suo percorso decisionale che deve essere molto serio. Vogliamo che la scelta della donna sia libera, ma allo stesso tempo consapevole. Consapevole del fatto che andare avanti si può. Che non si è sole. Che è possibile farsi aiutare". Sarà possibile firmare la proposta, entro martedì 7 novembre, recandosi negli uffici della segreteria generale, al primo piano del Municipio, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30. Il martedì e il giovedì dalle 15.30 alle 17.