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"L’arrivo del servizio di Elisoccorso ha cambiato il sistema di emergenza urgenza, migliorandone molti aspetti. Sono passati vent’anni dalla sua nascita e già dal suo esordio il servizio ha risposto alle richieste di soccorso sanitario in ogni luogo della regione Toscana, grazie anche alla formazione di medici e infermieri del servizio abilitati a intervenire in luoghi impervi, tramite l’utilizzo del verricello. Questo significa acquistare tempo, arrivare più veloci, in zone prima inaccessibili e quindi maggiore probabilità di salvare vite".
E’ Stefano Barbadori, direttore del Servizio di elisoccorso, a sottolineare di nuovo quanto sia importante e strategico poter contare sulla presenza – e quindi sull’attività – di "Pegaso 2", soprattutto da quando il velivolo in dotazione può garantire prestazioni ancora più elevate rispetto a quelle del modello iniziale.
"Adesso – spiega Barbadori – l’elicottero consente di trasportare anche due pazienti contemporaneamente e la dotazione strumentale, costituita dai moderni strumenti (ventilatore, monitor defibrillatore, point of care, ecografo portatile), ci mette in grado di poter gestire in tempo reale anche i pazienti più critici. Basti pensare alla recente realizzazione della possibilità di effettuare trasfusioni di sangue direttamente su Pegaso e ai molteplici vantaggi che ne conseguono per la salute dei pazienti. Essere stati i primi in collaborazione con Bologna a dare concretezza a questo importante progetto, riempie di orgoglio ed è un grande traguardo per tutta la nostra Azienda".
"Lavoro in Elisoccorso dal novembre 1990 e come direttore – dice ancora Barbadori – vedo con i miei occhi l’impegno e la professionalità che la squadra mette ogni giorno in quel che facciamo, in ogni intervento. Ogni volta che la campanella di allarme suona alla base, sappiamo che dobbiamo dare il nostro meglio per salvare quella vita e a questo siamo preparati. Negli anni, ci sono stati eventi che ci hanno messo alla prova più di altri, ma ricordo in modo particolare la tragedia del naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio, dove siamo stati i primi a essere chiamati. Chi c’era non si dimenticherà mai quella notte, abbiamo fatto il massimo per fornire il supporto necessario ai più di 4000 naufraghi della nave".
L.M.