Un altro crollo alla Sitoco. I residenti della zona hanno raccontato di aver sentito il rumore poco prima delle otto di ieri mattina. Un boato. E un’altra parete di una struttura dell’ex stabilimento industriale è franata a terra. La paura dei residenti riguarda prima di tutto i materiali in questione. L’eventuale presenza di amianto o altri materiali pericolosi per la salute che in questi casi restano nell’aria, vengono trasportati dal vento e possono depositarsi anche molto distanti. La vicenda della Sitoco è una delle grandi urgenze del territorio lagunare, compromesso dalla presenza dell’ex impianto industriale che dagli anni Novanta aspetta di diventare qualcos’altro. E invece è sempre lì. Ettari di edifici pericolanti, alcuni dei quali diventati per volontà della Soprintendenza addirittura archeologia industriale. Tutto questo mentre i decenni sono passati nei tentativi, finora vani, di trovare un accordo con la proprietà, Laguna Azzurra, che ha acquistato all’asta quei terreni dopo la chiusura delle attività e non è responsabile dell’inquinamento ambientale che quelle attività hanno causato. È comunque responsabile però della manutenzione in sicurezza dell’area, nell’attesa di trovare un accordo con il Comune, una visione per trasformare una potenziale bomba ecologica in un’occasione di crescita e sviluppo. Ma questo non è ancora avvenuto. Dall’opposizione, il consigliere comunale Valentino Bisconti punta il dito contro l’amministrazione di Andrea Casamenti: "Il crollo della Sitoco è il crollo di questa amministrazione, che non è stata capace di dare risposte concrete a quel problema. Quella struttura sta collassando e nel piano operativo che tra poco voteremo non c’è una soluzione. Si continua a prevedere volumetrie in giro per il territorio, per esempio a Fonteblanda, che si aggiungeranno a quelle già realizzate a Neghelli e a Orbetello Scalo. È chiaro che tutto questo riduce l’appetibilità di un eventuale intervento di riqualificazione dell’area. E l’accordo con il privato, infatti, non c’è ancora".
Ma oltre alla questione dello sviluppo c’è quella della sicurezza. "L’amministrazione continua a fare ordinanze – afferma Bisconti – ma lì i muri continuano a venire giù. Quindi serve un passaggio successivo. Un’assunzione di responsabilità per la tutela della salute dei cittadini. Se governi il territorio devi farlo. Devi farti sentire. Devi intervenire e poi in caso farti anche restituire i soldi, ma devi fare qualcosa di concreto. Non puoi restare a guardare, continuando a firmare ordinanze, finché non viene giù tutto".
Riccardo Bruni