REDAZIONE GROSSETO

Un sogno a Istanbul: la ballata poetica di Pizzech con Crippa e Incudine

Una storia d'amore tra un ingegnere austriaco e una donna bosniaca, con musiche dal vivo di Incudine, riflette sull'essenza dell'Europa.

momento dello spettacolo ‘Un sogno a Istanbul’, diretto dal regista Alessio Pizzech e che in programma oggi e domani al Teatro degli Industri

momento dello spettacolo ‘Un sogno a Istanbul’, diretto dal regista Alessio Pizzech e che in programma oggi e domani al Teatro degli Industri

Il sipario degli Industri si apre per ‘Un sogno a Istanbul’. Una ballata poetica e musicale, diretta da Alessio Pizzech con Maddalena Crippa, Maximilian Nisi e Adriano Giraldi, sulle musiche originali scritte ed eseguite dal vivo da Mario Incudine. Lo spettacolo, in scena oggi e in replica domani alle 21, è scritto da Alberto Bassetti e liberamente tratto dal best seller ‘La Cotogna di Istanbul’ di Paolo Rumiz.

È la storia d’amore tra un ingegnere austriaco e una donna bosniaca, ambientata nel 1992, che si snoda attraverso l’Europa, da Sarajevo a Istanbul. Una riflessione su cosa realmente costituisca l’essenza del continente europeo, che trova le sue radici in destini condivisi, in legami nati tra le macerie di palazzi distrutti, come spiega lo stesso regista: "Ho letto anni fa questo racconto bellissimo di Rumiz e me ne sono innamorato. Una storia d’amore bellissima, potente, sullo sfondo dell’assedio di Sarajevo. Racconta l’Europa dei conflitti, dei confini, e racconta di un uomo e una donna che sconfinano l’uno nel cuore dell’altra. Un legame così profondo che supera anche la morte. Lei è nipote di partigiani che hanno combattuto durante l’occupazione nazista, lui è figlio di uno di quelli che avevano occupato. Si portano dentro la storia dei loro avi e di quella che è stata la storia di sangue su cui si è costruita l’Europa. La loro è la storia di tutti i conflitti. La loro vicenda personale tocca la grande storia".

Un ruolo straordinario hanno le musiche originali di Mario Incudine. "Perché questo romanzo è scritto in forma di endecasillabo – afferma Pizzech – e si prestava perfettamente per delle canzoni. Quindi alcune parti raccontate in forma musicale, affidate a un cantastorie". Incudine suona strumenti musicali che abbracciano tutto il bacino del Mediterraneo, come il flauto turco e la mandola.

"Cerco in questo spettacolo di restituire un racconto scenico che le nuove generazioni condividano – conclude il regista – perché la memoria del sangue versato non sia dimenticata e perché un’Europa sempre più indifferente si accorga delle proprie macerie dell’anima".

Domani alle 18.15 nel ridotto degli Industri incontro con la compagnia, in dialogo con Federico Guerri.