REDAZIONE GROSSETO

"Una coppia normale, tutti casa e lavoro"

I due tornavano da una cena, l’esplosione di violenza durante la lite in auto. "Silvia? Era una donna attaccara alla vita e solare"

MONTEROTONDO MARITTIMO

Un femminicidio. Nel giorno più caldo dell’estate. Che ha scosso una piccola comunità, quella di Monterotondo Marittimo, che non aveva mai dovuto far fronte ad un delitto del genere. Un omicidio davvero cruento: l’uomo, Nicola Stefanini, operaio edile originario di Saline di Volterra, impiegato in una ditta di Serrazzano ha fermato la macchina e dopo una breve discussione ha impugnato il coltello e lo ha conficcato nella gola della sua compagna, che sedeva accanto a lui, con una violenza inaudita, sulla strada che collega Suvereto a Monterotondo Marittimo. È morta così Silvia Manetti, 46enne di Altopascio, dissanguata nell’auto dalla pugnalata del compagno. I due stavano tornando da una cena, ideata per festeggiare i tre anni di convivenza a Monterotondo Marittimo, un piccolo paese arroccato sulle Colline Metallifere, tra i la provincia di Pisa e la Maremma grossetana. Abitavano insieme da circa un anno in una casa alle pendici del paese. Lei cuoca e barista in un locale in piazza e lui muratore che stava cercando di ricostruirsi un’esistenza tranquilla. Una vita apparentemente normale sconvolta però da un atroce delitto. In piazza, quelle persone che sfidano la canicola e il Solleone di un agosto mai così caldo, hanno poca voglia di parlare. "Noi li conoscevamo - inizia il titolare dell’enoteca che si trova vicino al bar-trattoria dove lavorava la donna barbaramente uccisa - ma non in modo approfondito. Per noi erano Nicola e Silvia. Avevano due bambini piccoli, che frequentavano le scuole del paese. Una coppia come tante". "Andavano d’amore e d’accordo - ribatte un altro degli amici della coppia - almeno per come li conoscevo io. So che avevano trovato una casa in affitto nella zona nord del paese e nessuno aveva mai avuto screzi con loro. Una coppia giovane, due ragazzi che lavoravano. Sapevamo che lei aveva avuto un grave lutto dal precedente matrimonio (il marito era morto molto giovane a causa di un tumore ndr.) ma per il resto non c’erano mai sttai segni di cedimento". C’è anche chi va oltre: "Ogni tanto litigavano - ribatte - ma anche questo fa parte del gioco di tutte le coppie, con figli piccoli. Non facevo neppure vita mondana, per come si può fare in un paese come questo. Lavoro e casa, casa e lavoro. Chi avrebbe mai pensato ad una cosa del genere?". Nessuno riesce a darsi una spiegazione plausibile di quello che è accaduto dopo la cena. Un incontro che era nato, come si legge in un post su Facebook dell’uomo, datato due giorni fa, per festeggiare i tre anni di fidanzamento.

"Non so proprio cosa dire. È una notizia a cui non voglio credere". Il Bar-trattoria Che C’è C’è, che si trova in una delle piazzette di Monterotondo Marittimo, ha chiuso da pochi minuti. Sulla serranda è stato appena appeso un cartello con scritto “Chiuso per lutto”. In quella cucina lavorava, da circa un anno Silvia Manetti. Il titolare del bar, che preferisce rimanere anonimo, ha solo parole dolci per quella ragazza che aveva accolto nella sua famiglia da qualche mese. "Conoscevo poco la sua storia - dice - ma questa mi sembra una storia molto delicata. Una brutta cosa. Non mi fate aggiungere altro". Anche la cuoca, che ogni giorno lavorava a gomito a gomito con la donna uccisa, è senza parole: "Silvia? Io me la ricordo come una donna attaccata alla vita, lavoratrice e solare. È davvero una grandissima tragedia".

Matteo Alfieri