
Il numero telefonico 1522 può essere il primo punto di riferimento per le donne
Nonostante tutte le campagne di sensibilizzazione riguardanti il problema dei femminicidi, il fenomeno continua a manifestarsi con dati allarmanti, colpendo donne di qualsiasi età e di varia condizione sociale. A conferma di ciò, è sufficiente leggere i quotidiani e guardare i telegiornali per venire a conoscenza del reale problema che sconvolge la nostra società.
Secondo recenti analisi, nel nostro Paese si verificano circa 150 casi all’anno, con una media di un episodio ogni due giorni. Indubbiamente i dati sono allarmanti e noi studenti della 3^ A del plesso di Manciano abbiamo raccolto delle informazioni sulla tematica in oggetto.
Secondo il parere di noti pedagogisti, i genitori dovrebbero educare i propri figli maschi, fin da piccoli, al rispetto altrui e all’accettazione del rifiuto, infatti, molto spesso, dietro ad un femminicidio, c’è un uomo che non sopporta il fatto di essere stato respinto o non approva la fine di una relazione. La violenza contro le donne non ha matrici passionali o amorose, è incapacità totale di gestire le proprie reazioni emotive, volontà di possesso e di dominio assoluto, come se i corpi fossero una proprietà privata.
I motivi principali che inducono le donne a non denunciare gli abusi e le violenze, sono, a volte, l’imbarazzo di rendere pubblico un fatto personale o l’illusione di avere il potere di cambiare certi atteggiamenti. Niente di più sbagliato: è stato attivato il numero 1522 con l’obiettivo di sostenere le donne vittime di violenza. Le operatrici specializzate accolgono le richieste di aiuto di chi subisce molestie, stalking e ogni tipo di maltrattamento, garantendo l’anonimato. Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo di tre sorelle violentate ed uccise proprio quel giorno nel 1960 nella Repubblica Dominicana. Si chiamavano Patria, Minerva e Maria Teresa, ma il loro nome di battaglia era ’Mariposas’ che significa farfalle.
Negli anni Cinquanta si opposero al regime sanguinario e maschilista di Rafael Leonidas Trujillo. Le tre giovani furono adescate con la scusa di poter rivedere i loro mariti, prigionieri politici; vennero prese a bastonate, uccise e caricate su un’auto, poi gettata in un fosso nel tentativo di far sembrare la loro morte un incidente. Pochi credettero a questa versione; la scomparsa così tragica delle sorelle suscitò scalpore e, di conseguenza, il dittatore Trujillo fu assassinato il 30 maggio dell’anno successivo.