NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Una rete contro la violenza. Sono 95 le persone aiutate. L’impegno di Casa di Hilde

Donne e bambini hanno potuto contare sul sostegno e la protezione dell’associazione di volontariato che conta oltre 250 soggetti attivi.

Uno dei compiti svolti da alcune volontarie della Casa di Hilde è anche raccontare il Progetto nelle scuole «Il contrasto alla violenza di genere parte proprio da lì»

Uno dei compiti svolti da alcune volontarie della Casa di Hilde è anche raccontare il Progetto nelle scuole «Il contrasto alla violenza di genere parte proprio da lì»

Il progetto Casa di Hilde ha compiuto 5 anni e oggi rappresenta una rete di persone in grado di essere di supporto a donne vittime di violenza. Le volontarie e i volontari lavorano nei paesi amiatini (il progetto è nato nell’Amiata senese) e nei territori di collina come ad esempio i comuni di Sorano e Pitigliano.

"Il progetto è nato da un’esigenza toccata con mano, incontrata per caso nel nostro cammino – spiegano dalla Casa di Hilde – e fin da subito ha riscontrato un’ampia risposta proveniente dal basso, dalla gente comune, da tante donne che hanno riconosciuto e sentito immediatamente la piaga della violenza".

A cinque anni di tempo trascorso, tanto è ciò che La Casa di Hilde ha costruito a partire da una rete di circa 200 donne e 50 uomini associati e accanto allo slancio spontaneo di voler "accogliere" la donna vittima di violenza sola o con i propri figli. "Ci siamo posti fin da subito al servizio di operatori qualificati come assistenti sociali, figure di riferimento dei Centri Antiviolenza o del Codice Rosa".

In questi cinque anni molte esperienze sono state fatte e lungo la strada sono state incontrate anche delle difficoltà. "Non possiamo nascondere anche difficoltà man mano vissute a cominciare dall’emergenza Covid con tutte le sue implicazioni proprio nello stesso primo anno di vita. Ma oggi raccogliamo oltre alla prima assoluta gratificazione di aver dato accoglienza a circa 95 persone (tra donne e bambine/i), anche la soddisfazione di aver unito tanti volontari e per di più di paesi diversi e di province diverse, incentivando e recuperando quella socializzazione, quella voglia di stare insieme e quella capacità di lavorare congiuntamente che vanno sempre più perdendosi; la soddisfazione di aver costituito gruppi di lavoro impegnati su tanti fronti, come provvedere alle varie esigenze dell’ospite di tipo sanitario, burocratico e legale come realizzare gadgets e bomboniere solidali, organizzare eventi, iniziative o interventi volti alla sensibilizzazione sul tema della violenza di genere".

Insomma oggi la Casa di Hilde - il nome richiama una nota canzone di Francesco De Gregori - è un grande gruppo coeso, strutturato e con tante buone energie, da preservare per i bisogni di chi può avere meno fortuna nel viaggio della vita". Uno dei compiti svolti da alcune volontarie della Casa di Hilde è anche raccontare il Progetto nelle scuole. "Il contrasto alla violenza di genere parte proprio da lì" concludono dall’associazione.

Nicola Ciuffoletti