REDAZIONE GROSSETO

Una via per Almirante: "Avevamo ragione noi"

Il sindaco Vivarelli Colonna soddisfatto dopo la decisione del Consiglio di Stato. Dal Pd però non mollano: "Continuiamo a ritenerla una scelta inaccettabile".

L’area dove dovrebbe sorgere la via

L’area dove dovrebbe sorgere la via

GROSSETONon ci sono motivi ostativi affinché sia intitolata a Grosseto una via a Giorgio Almirante. Così il Consiglio di Stato, ritenendo non ammissibile il ricorso straordinario al presidente della Repubblica presentato nel luglio 2023 dal Pci contro la decisione del Comune grossetano di intitolare all’ex segretario del Msi una strada. La polemica va avanti dal 2017, quando Fdi lanciò una prima proposta, e ha visto l’Anpi anche arrivare a protestare voltando le spalle e intonando Bella Ciao nel 2023, durante il discorso del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna alla cerimonia per la commemorazione dei Martiri d’Istia a Maiano Lavacchio e il 25 aprile. Criticata anche la prefetta Paola Berardino per aver poi dato il suo nulla osta. A difenderla il ministro Matteo Piantedosi, suo marito: nel corso di un’audizione a gennaio 2024 alla commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, aveva parlato di Almirante come "un personaggio politico che è stato in Parlamento per più di 40 anni ed ha comunque contribuito alla vita della Repubblica. Era difficile" che il nullaosta di competenza del prefetto "dovesse essere negato per motivi di ordine pubblico". Ora il Consiglio di Stato spiega che spetta ai Comuni il potere esclusivo di decidere sul nome delle vie, mentre il prefetto è chiamato a decidere se rilasciare o meno l’autorizzazione. "Non ci sono motivi per ritenere illegittima l’intitolazione di una via ad Almirante - il commento del sindaco -. Chi chiedeva l’annullamento ha dunque avuto torto: è il Comune l’esclusivo titolare delle decisioni sul nome delle vie. E tutto il percorso intrapreso è stato corretto. Game over". Per i parlamentari toscani del Pd la decisione del Consiglio di Stato "non cambia di una virgola il problema politico: le falsificazioni della storia vanno combattute senza esitazioni, e continuiamo a ritenere vergognosa e inaccettabile questa scelta".