REDAZIONE GROSSETO

Un’invasione di meduse. Molti esemplari nel porto ma ora non creano disagi

Non si tratta di un caso raro: già in altre occasioni in passato nelle acque della Costa d’Argento era stato possibile assistere all’arrivo in massa di questa specie, tra l’altro molto urticante .

Un’invasione di meduse. Molti esemplari nel porto ma ora non creano disagi

Invasione di meduse nel golfo di Porto Santo Stefano. Accade ormai sempre più spesso di vedere in mare centinaia di esemplari di Pelagia Noctiluca. Così si chiamano i piccoli celenterati che hanno di nuovo fatto la loro comparsa nello specchio acqueo antistante il paese argentarino, forse arrivate con le correnti. Non si tratta di un caso raro: già in altre occasioni in passato era stato possibile assistere all’arrivo in massa di questa specie tra l’altro molto urticante, che è in aumento un po’ in tutto il Mediterraneo. E molti esemplari sono stati visti in questi giorni non solo all’Argentario, ma anche fino a Follonica. A Porto Santo Stefano sono visibili anche dalla banchina del molo o di quella di piazza delle Meraviglie, ovvero alcune delle zone in cui le piccole meduse sono apparse più numerose, ma anche spiaggiate sugli arenili della costa. Questo tipo di meduse sono aumentate negli ultimi anni. Si nutrono di plancton, piccoli pesci ma anche di crostacei. Non rappresentano però un danno per l’ambiente, nonostante siano considerate dall’uomo belle ma urticanti: le meduse, in generale, sono infatti il cibo di tartarughe e pesci luna e di tutti gli sparidi (tanute, saraghi); essendo i predatori o a rischio di estinzione o altamente pescati, va da sé che la popolazione di meduse in aumento giovi a questo tipo di animali. La medusa in questione, detta anche "luminosa", generalmente vive in alto mare ma nel periodo autunnale e primaverile è possibile che si avvicini alle coste. È molto diffusa nel Mar Mediterraneo e può causare dolorose irritazioni che provoca quando viene sfiorata. È dotata di vescicole urticanti che sono presenti sia sui tentacoli che sulla parte a forma di ombrello. Queste vengono usate sia per la cattura delle prede sia a scopo difensivo. Secondo il sito animali-velenosi.it, la tossina presente nei nematocisti è tossica per la pelle. Il suo contatto produce un bruciore intenso e lascia dei segni rossi simili a frustate. Tali effetti possono durare anche per settimane. La reazione al contatto con i tentacoli della medusa luminosa è molto soggettiva. Se la zona interessata è di piccole dimensioni il problema si risolve spesso in pochi giorni con impacchi di bicarbonato di sodio. Comunque per adesso non c’è pericolo: la stagione balneare è ben lontana e, per adesso, rimangono un fenomeno affascinante da osservare.

Andrea Capitani