Oggi, 83 anni fa, veniva consacrata l’abbazia di Alberese. Sì, l’abbazia. Uno dei protagonisti dell’opera fu Valentino Orsolini Cencelli. Nato a Magliano Sabina nel 1898, dal conte Alberto Cencelli Perti e da Vittoria Orsolini Marescotti, famiglie di proprietari terrieri e uomini politici, Valentino sposa la contessa Giovanna di Arroni e si afferma per la bonifica dell’Agro pontino. Ma ciò che lo fa avvicinare a noi è la nomina, nel 1929, a commissario del Governo per l’Opera Nazionale per i Combattenti e per l’edificazione della chiesa dell’Alberese. Mentre l’Opera, su sua indicazione, s’impegna per trasformare il bracciante da lavoratore avventizio a diretto coltivatore dei beni dati in concessione, Cencelli incarica l’ingegnere Enzo Fedi di progettare e costruire una chiesa con annessa canonica nel nuovo borgo di Alberese, visto che è abitato da circa duemila persone e la piccola cappella padronale costruita alla fine del sedicesimo secolo dal marchese Finari non è più sufficiente.
La nuova chiesa viene consacrata il 20 giugno 1936 dal Vescovo di Sovana e Pitigliano, monsignor Amilcare Battistelli che, il primo agosto 1938, le conferisce il titolo di Abbazia nominando Abate il parroco, per far rivivere in quella terra il ricordo della antica e gloriosa Abatia S. Mariae Alborensis dei Benedettini.
Rossano Marzocchi