MATTEO ALFIERI
Cronaca

Venator, consiglio aperto. Buoncristiani: "L’azienda batta un colpo"

La domanda è sempre la stessa: cosa ha intenzione di fare la Venator? La multinazionale che opera nella piana del...

Un momento del consiglio comunale aperto che si è svolto per parlare della crisi della Venator e delle azioni a tutela dei lavoratori

Un momento del consiglio comunale aperto che si è svolto per parlare della crisi della Venator e delle azioni a tutela dei lavoratori

La domanda è sempre la stessa: cosa ha intenzione di fare la Venator? La multinazionale che opera nella piana del Casone a Scarlino e che produce biossido di titanio è al centro di un dibattito ormai da due anni. Dopo lo stop alla produzione e la fine degli ammortizzatori sociali, gli oltre 200 dipendenti dello stabilimento non hanno certezze sul futuro. Soprattutto dall’azienda che non ha ancora detto se riprenderà l’attività, oppure venderà lo stabilimento.

Ieri mattina a Follonica, i sindaci dei territori interessati, le istituzioni, sindacati e semplici cittadini, hanno partecipato ad un Consiglio comunale "Aperto". "Come ben sapete il 3 febbraio siamo stati ricevuti – assieme alle altre autorità del territorio - al Ministero delle imprese e del Made in Italy a Roma per parlare della situazione Venator - ha iniziato il sindaco di Follonica, Matteo Buoncristiani - Come ho avuto occasione di relazionare dopo l’incontro, il Ministero si è impegnato a convocare la Casa madre per avere chiarimenti dai vertici internazionali su quali siano le intenzioni per il futuro dell’azienda a livello territoriale. Solo a quel punto sapremo quali saranno le conseguenze sull’economia territoriale e soprattutto sulle famiglie degli operai".

A nome dei sindaci ha parlato Francesco Limatola, presidente della Provincia. "Ribadiamo con forza la necessità di una soluzione definitiva alla vertenza Venator - ha detto Limatola - Da troppo tempo le lavoratrici e i lavoratori sono in difficoltà a causa di una situazione che non può più essere trascinata senza risposte concrete. Il nostro territorio non può permettersi di perdere posti di lavoro e di vedere compromesso il proprio tessuto economico e sociale. Servono ammortizzatori sociali in deroga per dare respiro ai lavoratori e alle loro famiglie, ma soprattutto è indispensabile un intervento del Ministero per fare chiarezza sulle reali intenzioni della corporate e sul futuro dello stabilimento".