Venator, domani giorno cruciale. Si approva il progetto definitivo: "Ma poi tocca alla proprietà"

Bocci e Barometri (Ugl) vanno oltre l’aspetto burocratico "Se l’Azienda non intende investire ogni atto sarà inutile".

Venator, domani giorno cruciale. Si approva il progetto definitivo: "Ma poi tocca alla proprietà"

I sindacalisti dell’Ugl chiedono all’Azienda di spiegare quali siano le reali intenzioni sul futuro dello stabilimento

Domani sarà un giorno importante per il futuro della Venator, perché è in programma l’approvazione definitiva del progetto di discarica permanente con la concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale, ma secondo l’Ugl altrettanto importante sarà verificare l’effettiva volontà della proprietà di investire in questo stabilimento. Altrimenti, restaranno solo le chiacchiere e i problemi per i lavoratori.

"Lavoratori e ditte appaltatrici – dice Roberto Bocci, segretario Ugl Chimici – sono stremati da quasi un anno di cassa integrazione, che ha visto ridurre in maniera importante sia gli stipendi sia i progetti e le prospettive future delle proprie famiglie. Pensare ad un prolungamento della cassa integrazione oltre il termine già fissato del 31 gennaio sarebbe un altro duro colpo per i lavoratori che hanno fatto tutti questi sacrifici con la speranza di una ripartenza delle linee di produzione al massimo a inizio del nuovo anno".

"La situazione è ancora incerta – dice Daniele Barometri, Rsu Ugl –, il mercato sembra ancora stagnante e non conosciamo ad oggi i programmi della casa madre inglese. Siamo però convinti che in questo momento sia indispensabile unità di intenti di tutte le parti in causa, Istituzioni, Azienda e Sindacati. Crediamo che ogni altra forma di divisione non possa che danneggiare questo scopo, provocando ulteriori inutili ritardi e alimentando incomprensioni che certamente non fanno bene alla nostra causa e soprattutto ai molti lavoratori che stanno vivendo con apprensione questi ultimi passi, legati alla profonda crisi che ha coinvolto il nostro stabilimento. "Possiamo affermare – conclude Roberto Bocci – che la risoluzione dei problemi sarà indiscutibilmente legata oltre che all’autorizzazione, alle volontà della proprietà della multinazionale".