SCARLINOIl nodo della Venator è sempre più intricato da sciogliere. L’azienda multinazionale che opera al Casone, infatti, ancora non ha sciolto le riserve sulla ripresa della produzione. Il problema è che alla fine di gennaio finirà la cassa integrazione e dunque i lavoratori sono sul piede di guerra. Si è infatti riunito nei giorni a palazzo Aldobrandeschi, a Grosseto, il Tavolo dei sindaci del comprensorio delle Colline Metallifere alla presenza del presidente della Provincia Francesco Limatola e dei vertici aziendali Venator, per approfondire alcuni temi urgenti legati all’azienda e al futuro dei dipendenti dell’impianto scarlinese. Il momento è delicato e impone massima attenzione a tutti i livelli. "Ciò che continua a emergere – si legge nella nota congiunta dei rappresentanti istituzionali – è che l’impianto sarebbe pronto alla ripartenza, avendo avuto tutte le autorizzazioni amministrative del caso, ma permangono le difficoltà a rientrare nel mercato, così come le difficoltà economiche di Venator Italia a garantire continuità occupazionale, aspetto che preoccupa da tempo sindacati e istituzioni. Pertanto è stato deciso di procedere direttamente con la lettera alla società capogruppo (che sarà condivisa con i rappresentanti politici regionali e nazionali del territorio) affinché dia risposte e rassicurazioni tempestive sulle prospettive per il futuro, facendo finalmente chiarezza su questo aspetto. Chiarimenti che dovevano essere già arrivati visto che al 31 gennaio scadrà la cassa integrazione per i dipendenti dello stabilimento".
CronacaVenator, questione aperta. I sindaci dopo la riunione:: "L’azienda dia risposte certe"