REDAZIONE GROSSETO

"Vendita della Diaccia Botrona? La Regione estenda la Riserva"

Patrizia Siveri (Per Grosseto) interviene sulla cessione della aree umide da parte della Provincia "Conseguenze nefaste per tutti: l’equilibrio palustre verrebbe modificato con colture diverse"

"Vendita della Diaccia Botrona? La Regione estenda la Riserva"

"Spiace che un consigliere attento ed esperto come Gori possa aver creduto che un atto di vendita, praticamente perfezionato, potesse essere annullato da un neoeletto presidente e consiglio provinciale". Inizia così Patrizia Siveri dell’associazione politico-culturale "Per Grosseto". "Vanno invece analizzate le conseguenze che tale cessione comporta e i possibili rimedi aldilà delle querelle su chi ha fatto cosa. Si tratta - aggiunge – di area umida molto importante a livello nazionale e sovranazionale come ambiente naturalistico dal precario equilibrio palustre e per l’avifauna che annualmente accoglie oche, gru ed altri uccelli migratori le cui specie sono protette e che li trovano protezione e sostentamento grazie alle coltivazioni cerealicole che sono dentro. La paventata modifica dell’ordine colturale degli acquirenti di una consistente superficie di area contigua alla Riserva priverà l’avifauna del sostentamento necessario (in primis del cibo) mettendo in discussione l’intero equilibrio esistente. Alla futura mancanza di sostentamento per l’avifauna deve aggiungersi la preoccupazione per la ulteriore risalita del cuneo salino che già rappresenta una criticità per l’intera piana prospicente al comune di Castiglione della Pescaia. Se poi aggiungiamo che attigua alla Diaccia Botrona sorge una coltura intensiva di bambù ci chiediamo come e dove due coltivazioni intensive (oliveti e bambù) possano attingere acqua dolce senza provocare una ulteriore e preoccupante risalita del cuneo salino su tutta la piana che da Braccagni arriva al mare". L’associazione dunque chiede alla Regione "l’ampliamento della Riserva della Diaccia Botrona così da scongiurare la compromissione irreparabile dell’equilibrio naturalistico attuale e la salvaguardia dell’avifauna dell’area protetta. Sempre alla Regione chiediamo che nella valutazione dei piani di gestione agricola che i nuovi proprietari presenteranno siano richiesti studi di incidenza idonei a salvaguardare l’intero ecosistema della Diaccia Botrona".