TITTI GIULIANI FOTI, inviata a Sticciano
Cultura e spettacoli

Un anno senza Albertazzi, ricordi e tenerezza alla "festa per Giorgio" / FOTO

Alla Tenuta La Pescaia l'happening voluto dalla moglie Pia Tolomei a un anno dalla scomparsa

Giorgio Albertazzi

Sticciano (Grosseto), 19 giugno 2017 - Il prato che l’ha visto per l’ultima volta. La tenuta che l’ha accolto negli anni più importanti della sua vita: gli affetti che gli sono stati accanto sempre. C’erano tutti, oltre a cinqucento persone l’altra sera alla Tenuta La Pescaia. Una villa – oggi trasformata in parte in uno stupendo resort nel cuore della Maremma Toscana – che inizialmente era di proprietà della nobile famiglia senese Piccolomini, e che nel 1522 passò, per testamento, alla famiglia Tolomei che ancora vi risiede. Ed è esattamente in questa villa che è stata messa in scena quella che è stasta la passione di Giorgio Albertazzi: l’arte e il teatro.

Un incontro dedicato a lui, per questo anno di assenza che sembra un secolo. E che nello stesso tempo non pare neppure passato. Un contrasto di sentimenti fortissimi è andato in scena l’altra sera, che rendono vivo il ricordo di un artista incredibilmente inchiodato nel cuore di tantissime persone. E’ stata Pia Tolomei, moglie del maestro del teatro italiano, che con la dolcezza del suo amore tributato in vita, ha immaginato questa «Festa per Giorgio» che ha visto in scena, chiamate da lei le amiche di sempre, artiste come Serena Autieri, Mariangela D’Abbraccio e Ornella Vanoni per rendere omaggio all’uomo e all’artista.

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Una festa di parole e musica, con racconti e performance musicali: tre signore del palcoscenico che hanno presentato loro stesse l’omaggio d’autore, sorridendo e scherzando. Esattamente come avrebbe voluto Giorgio Albertazzi, in suo nome, col suo spirito. Le interpreti sono state accompagnate dalle note dell’ottimo quartetto Musica da ripostiglio affiancati dalle fisarmoniche di Gianluca Casadei e dal violino di Alessandro Golini. Ospiti della serata sono stati anche Stefano Cocco Cantini, sassofoni e tastiere, e Raffaele Pallozzi al pianoforte, e con un fuoriprogramma di Evelina Megnagi: la regia perfetta nonostante le tante corde da accordare, di Francesco Tavassi.

Risultato: uno spettacolo molto bello, sentito, diverso da tutti, prodotto con la collaborazione del Teatro Ghione di Roma, che ha chiuso il festival ideato da Lorenzo Luzzetti, "I luoghi del tempo", che ha registrato un entusiasmante consenso di pubblico e artisti, fondendo la bellezza dei luoghi visitati con la musica, la poesia, la parola e i prodotti del territorio.

"Anche se è il primo, non sarà l’ultimo dei ricordi che tributeremo a Giorgio – ha detto Pia – Quello che ha fatto deve rimanere patrimonio di chi lo ha conosciuto e della cultura italiana. Non lascerò che il suo nome diventi dimenticanza". E alla Pescaia Resort tantissimi amici hanno sostenuto questo progetto dalle mille sfaccettature, culminato con le parole di Albertazzi all’inizio e alla fine, con i versi da Memorie di Adriano della Yourcenar che arrivano dritti al cuore. Le canzoni di Ornella e il suo spirito meraviglioso di donna intelligente e coltissima hanno catturato l’attenzione di un pubblico attentissimo ed emozionato che ha ripetutamente applaudito e sorriso alla sua esibizione. Quella di un’amica da sempre di Giorgio (e di Pia), con il quale divise un’avventura sul palcoscenico, enorme successo, Romantic Comedy.

E poi le canzoni interpretate dalla bellissima Serena Autieri con la quale aveva condiviso, fra gli altri anche Shakespeare in Jazz. La dolcezza di un’artista che alla Pescaia si è presentata con marito e bellissima bambina: "Non posso fare altro che chiamarlo ancora Maestro – ha ammesso – ed è a lui che stasera va il mio grande abbraccio". La fisicità, la femminilità, la bravura. In due parole: talento puro. Questa è oggi Mariangela D’Abbraccio la migliore intreperte della sua generazione, che sa cantare emozionare, recitare, muoversi come nessun’altra. Un intervento come una sciabolata che ha dato il colpo di grazia a uno spettacolo straordinario, cadenzato dalle poesie scritte dal Maestro. La passione e il duende di Garcia Lorca che Albertazzi auspicava per i suoi spettacoli si è spanso nell’aria della Pescaia. Una magia, quella dolcezza e quello struggimento che partono dal cuore: svegliato nelle più recondite stanze del sangue. Per Giorgio. Come ha titolato lo spettacolo la sua (bravissima) Pia. Un successo tutto per lui.