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Gli amici di Lucio Corsi seguono l’esibizione del cantautore sul maxischermo preparato nella libreria Palomar
Grosseto, 13 febbraio 2025 – “Io volevo essere un duro, però non sono nessuno. Non sono altro che Lucio”. Queste strofe hanno concluso la ballad che ha portato Lucio Corsi a debuttare sul grande palco dell’Ariston. Ancora autentico, un personaggio ovviamente, che già si vocifera poter essere un papabile vincitore del premio della critica, dopo un possibile braccio di ferro con Cristicchi. Non capita così spesso avere un concittadino sul grande schermo. Specialmente in quella settimana dove si ferma tutto per Sanremo.
Lucio Corsi ha portato la Maremma a riparlare di Sanremo, in primo piano e nella libreria Palomar Cofee & Spirit, c’era il maxischermo per vederlo in diretta, con gli amici grossetani che hanno partecipato alla serata “Aspettando Lucio”. Il suo testo ha colpito tutti alla Palomar, tra un sorriso ed una lacrima, Lucio ha bucato lo schermo.
“Ho sempre vissuto Sanremo come una tradizione – dice Gianna Ghini – e ho sempre cercato la sorpresa che difficilmente c’è. Qualche volta sì, ad esempio con Patty Pravo, le Vibrazioni. Quello che ho imparato dal festival in questi anni è che il successo si ottiene quando quella canzone ti rimane dentro, te la ricordi e la canticchi anche la mattina dopo. Tutte le volte che lo guardo è divertente, cerco la sorpresa però. È una speranza Lucio, sono andata a vederlo al suo concerto. Sul palco dell’Ariston mi ha commosso, voleva essere un duro ma è stato Lucio”.
“Lucio è il motivo per cui siamo venuti a vedere Sanremo alla Palomar – afferma Alessandro Innocenti –. E’ un ragazzo autentico. Ha creato un pezzo originale, c’è tutta la sua tradizione dietro. È un ragazzo profondo, è fuori dal coro, particolare, ha la sua identità. Non passa inosservato. Lo conosciamo Lucio, ed è quello che si vede. Potrebbe vincere il premio della critica”.
“Sanremo è un appuntamento musicale di cui l’Italia non può fare a meno – dice Stefano ’Cocco’ Cantini –. Inconsciamente ogni anno la musica mette un nuovo punto di partenza ma non è così, non cambia nulla. Sanremo è il classico esempio dell’arte finita, fa quello che la gente si aspetta e in arte non si fa. Un artista deve essere libero. Siamo ad aspettare Lucio perché è un artista vero, sono sicuro che porterà se stesso, a costo di arrivare ultimo. Rischierà, e non farà quello che si aspettano gli altri”.
“Siamo orgogliosi di averlo come amico – dice Massimo Marinotti, titolare della Palomar insieme a Monica Volpi – e frequentatore del nostro locale. E’ un ragazzo gentile e buono, lo esprime nelle sue canzoni. Se non fosse stato per lui non avremmo fatto questa serata, lo abbiamo voluto omaggiare, è stato un piacere. Ripeteremo la visione sul maxischermo sabato per la finalissima”.
La Palomar non è dunque solo libri, vino, cultura e amici ma in quell’angolo grossetano passano anche dei talenti dei quali Massimo e Monica vanno fieri.