Pitigliano (Grosseto), 12 aprile 2021 - La pandemia ha fatto appassire i loro affari, ma per fortuna a salvare il bilancio dell’anno ci ha pensato la canapa. Benedetta "erba" quella che ha permesso a due vivaisti originari di Monza di chiudere il 2020 con un minimo di speranza e di ottimismo verso il futuro: la coltivazione della canapa ha in parte salvato gli affari di un anno terribile.
Mentre le richieste di bulbi, di piante ornamentali e di piante grasse sono crollate, quelle di canapa non si sono mai fermate, anzi sono aumentate. Lo sanno bene Emanuela Delucci, 47 anni di Monza, e il marito Francesco De Filippo, 54 anni di Villasanta.
La coppia da oltre vent’anni si è trasferita a Pitigliano dove ha aperto un vivaio nel quale, dal 2019, hanno avviato anche la coltivazione della canapa. "È stata la nostra fortuna – racconta Emanuela che a Monza lavorava come operaia in una ditta, mentre Francesco era artigiano –. Purtroppo fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ci siamo resi conto che sarebbe stato difficile tenere a galla la nostra attività. Le persone erano troppo concentrate sul covid, non c’erano assolutamente interesse e voglia di coltivare, di abbellire giardini e balconi".
Il lockdown aveva messo in quarantena anche il pollice verde dei grossetani. "Peraltro anche la mancanza di turisti ci ha penalizzato. Pitigliano è uno dei borghi più belli d’Italia, che vive parecchio anche sul turismo che nel 2020 purtroppo è mancato". Ma gli affari sono rimasti a galla grazie alla canapa, la cui richiesta non è mai mancata.
"Per fortuna nel 2019 abbiamo avviato la coltivazione. Nel nostro vivaio di 5 mila metri quadrati avevamo creato anche un angolo dedicato alla produzione di canapa. L’anno scorso abbiamo fatto un raccolto di 40 chilogrammi, quest’anno la coltivazione prosegue altrettanto positivamente".
Il tutto, naturalmente, nel pieno rispetto delle indicazioni di legge. "Meno male che abbiamo avviato la coltivazione della canapa, altrimenti sarebbe stato un disastro. Era da anni che Francesco voleva iniziare questa produzione, ma all’inizio eravamo titubanti. Poi è ritornato sui libri, ha studiato, si è occupato di tutta la parte pratica e nel giro di qualche anno fortunatamente abbiamo ottenuto quei risultati che, nell’anno della pandemia, ci hanno salvato dal fallimento". Gli acquirenti non mancano (sia ragazzi sia adulti), soprattutto grazie alla pubblicità sui social e al sito Internet.
"Ma non sono acquirenti del posto. Abbiamo cercato di allargare il mercato nel Lazio e in Lombardia, sperando di poter avere successo anche nella nostra Brianza, che abbiamo sempre nel cuore anche se in Toscana abbiamo trovato quella tranquillità e serenità che ci ha reso felici".