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A causa del coronavirus 10mila persone in cassa integrazione

Claudio Renzetti, segretario provinciale della Cgil preoccupato: "La ripresa sarà molto lenta, dobbiamo subito fare qualcosa"

Un artigiano

Un artigiano

Grosseto, 17 giugno 2020 - Tracollo per Covid. La Cgil lancia l’allarme: tre mesi di pandemia in Maremma hanno fatto più danni di dieci anni di crisi economica. Il segretario confederale della provincia di Grosseto, Claudio Renzetti, parla con numeri alla mano e i dati sono molto preoccupanti: 10mila sono i lavoratori in Cassa integrazione (ma è un dato aggiornato al 18 maggio), 30mila quelli che hanno chiesto i bonus. E molti di questi 38mila totali, non hanno ancora visto nemmeno un euro. La situazione, quindi è già drammatica ora, ma secondo Renzetti l’onda lunga arriverà in autunno quando non ci saranno più ammortizzatori sociali ai quali aggrapparsi nemmeno in teoria. O almneo così sembra.

"Bisogna avere chiaro – dice Renzetti – che il peggio della crisi economica indotta dalla pandemia di coronavirus deve ancora arrivare. E che i comparti più in sofferenza sono il manifatturiero d’eccellenza vocato all’export e il turismo, che nei 10 anni precedenti avevano retto meglio. Per questo è necessario sin da ora sapere cosa fare".

"Per non rimanere sul generico, ad esempio, i lavoratori stagionali, che in provincia sono almeno 25mila – prosegue il segretario provinciale della Cgil – saranno penalizzati due volte per effetto della crisi: perché i contratti continuativi di settore hanno lasciato quasi sempre il posto a quelli a chiamata. E perché le assunzioni stanno partendo a giugno e non a Pasqua, a causa delle presenze turistiche sporadiche. Con il lavoro, quando va bene, generalmente a giorni alterni. Auspicando anche che in luglio ed agosto si riesca ad invertire il trend negativo, a queste persone spetterà un’indennità Naspi molto breve. E stiamo parlando di persone povere, che già mediamente non arrivavano a 10mila euro di reddito lordo pro capite, le quali dal prossimo inverno si troveranno completamente senza reddito. Nel piccolo commercio e non solo, inoltre – aggiunge il segretario della Cgil - alcuni paradigmi sono cambiati in maniera irreversibile".

Le nubi all’orizzonte, dunque, sono molto fosche secondo la Cgil. La Camera del lavoro della provincia di Grosseto conosce molto bene la situazione di precarietà dei lavoratori del turismo e del piccolo commercio seguendo decine e decine di casi ogni anno di lavoratori in difficoltà sia sul fronte della ricerca di un posto di lavoro, sia su quello della dignità dello stipendio quando una occupazione riescono a trovarla. Per questa ragione l’analisi del segretariio della Cgil, Caludio Renzetti, è estremamente dettagliata.

«I lavoratori sotto ammortizzatore sociale non sono lontani da 10mila, e quelli che hanno chiesto i bonus sono più di 30mila – dice Renzetti – Gli intollerabili ritardi nell’erogazione di molte di queste spettanze, più delle misure in sé, contribuiscono a generare un clima generalizzato di sfiducia e rancori profondi spesso fomentati in maniera irresponsabile da chi pensa di trarre vantaggio dalle rabbie e dalla disperazione. La ripresa, se riusciremo a mettere in fila azioni adeguate, avverrà comunque lentamente, e la situazione potrebbe essere peggiore di quella seguita alla crisi del 2008. Già all’inizio di quest’anno, prima del SarsCov2, peraltro, la nostra situazione economica congiunturale si caratterizzava per un evidente calo dei consumi e un indebolimento degli investimenti di oltre il 20%. Progressivamente spostati sul versante della rendita".

Nel solo mese di aprile 2020 comparato alla media dei mesi di aprile degli anni della crisi 2009-2014, la cassa integrazione nella nostra provincia ha avuto un aumento percentuale del 1058%! Non credo servano altre parole per rappresentare un quadro d’insieme che la più grande crisi globale dalla storia repubblicana ha prodotto. Ecco perché – conclude Renzetti – va pensata a tutti i livelli una rete pubblica e non solo di protezione e di rilancio a sostegno dell’apparato produttivo e del lavoro. Tempo per tergiversare non ne abbiamo più".

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