Grosseto, 3 agosto 2018 - Si lavora a pieno regime nei cinque stabilimenti di Conserve Italia situati tra Emilia-Romagna, Toscana e Puglia, dove è ormai entrata nel vivo la campagna 2018 del pomodoro e delle conserve vegetali. Per l’occasione il Gruppo cooperativo ha provveduto ad assumere oltre 1.200 dipendenti stagionali, dato in linea con quello degli anni passati. Gli avventizi, inquadrati con contratti che vanno dalle 50 alle 100 giornate di lavoro, sono così suddivisi nei diversi centri di lavorazione del prodotto presenti in Italia: 460 a Pomposa (Ferrara), 360 a Mesagne (Brindisi), 200 ad Albinia (Grosseto), 110 a Ravarino (Modena) e 80 ad Alseno (Piacenza).
“Quest’anno puntiamo a lavorare circa 350mila tonnellate di pomodoro, oltre la metà nel solo stabilimento di Pomposa, il più grande d’Europa sia per dimensioni che per quantità di prodotto lavorato – dichiara Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia -. Questo inizio di campagna è caratterizzato da alcune difficoltà legate alla produzione, dovute perlopiù alle avverse condizioni meteorologiche che hanno interessato diversi areali. Non è escluso dunque che a fine campagna si possano registrare cali nelle quantità complessive del prodotto lavorato”.
I dati relativi alla campagna pomodoro 2018 di Conserve Italia sono stati presentati nello stabilimento di Albinia (Grosseto), che proprio quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario della fondazione. “Con i suoi quasi 400 lavoratori tra fissi e stagionali più 30 fornitori stabilmente impegnati durante l’anno – spiega Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia -, il sito produttivo di Albinia genera sul territorio circostante un impatto economico di oltre 7 milioni di euro tra stipendi, tasse, contributi e indotto per le aziende fornitrici. Oltre a rappresentare un importante presidio occupazionale per la zona, è un fondamentale punto di riferimento per i nostri soci tosco-laziali, che conferiscono ad Albinia pomodoro per un valore pari a 5 milioni di euro. Siamo ben felici di poter presentare questi numeri positivi all’interno di uno stabilimento ricostruito dopo l’alluvione del 2012 che aveva causato oltre 20 milioni di euro di danni”.