REDAZIONE GROSSETO

Vita sempre più dura. Le famiglie non spendono. Rallentano i consumi e i negozi ora soffrono

Impietosa l’analisi di Confesercenti: gli esercizi di “vicinato” vicino al crollo. Di Giacopo: “Le aziende? In crescita solo quelle gestite da stranieri”

Grosseto, 8 ottobre 2024 – Verso una nuova austerity? Probabile. La spesa delle famiglie grossetane rallenta in maniera vertiginosa (-9% su scala nazionale, dato Istat) e a a rimetterci sono soprattutto i piccoli negozi di vicinato.

È l’analisi che Confesercenti fa dei dati Istat sul secondo trimestre. Nonostante il traino dei saldi estivi, le famiglie hanno tirato la cinghia anche se crescono invece del 3% le vendite della grande distribuzione.

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Una fase economica difficile quella che attraversa il terziario a Grosseto

L’aumento dell’occupazione e dei redditi delle famiglie non si traduce ancora dunque in aumento di spesa.

“I dati che abbiamo raccolto – afferma Marco Di Giacopo referente provinciale Assoterziario Confesercenti - rappresentano una realtà tutt’altro che confortante, che mette alla luce del sole la stretta correlazione tra crisi del commercio, consumi e famiglie. Nella Provincia di Grosseto inoltre, bisogna fare ulteriore attenzione a tre aspetti: il primo, abbiamo il 28,9% di over 65 (con la Toscana al 26,4%, e l’Italia 24,3%), con molti comuni dell’entroterra che hanno una percentuale addirittura superiore al 35%. Il secondo, la maggioranza degli occupati, ben oltre il 70%, appartengono al settore servizi, in sostanza commercio e turismo. Infine il terzo, apparentemente confortante: un tasso di occupazione sopra la media toscana, pure se di poco: 69,2%”.

Ma non solo. Se le famiglie non spendono anche il lavoro, non brilla. I numeri, infatti, parlano chiaro: in provincia di Grosseto gli unici dati con il segno “più” sono le imprese (sia di commercio che di turismo) quelle gestite da stranieri.

“Solo il turismo, in questo quinquennio - ha aggiunto Di Giacopo - tiene botta. Il commercio no. Solo gli imprenditori stranieri hanno aperto più imprese che quelle che sono state chiuse. Un dato che deve far riflettere”.

Secondo Confesercenti “la situazione indica, in altre parole, che le imprese e gran parte delle famiglie stanno lavorando ma non riescono a sostenere il consumo: questo può significare solo un alleggerimento della pressione fiscale per far tornare famiglie ed imprese a camminare con le proprie gambe. Anche perché un territorio – chiude – che investe su impresa e lavoro è un territorio che crea il proprio futuro, se si appoggia risparmi e sulle pensioni aspetta solo il proprio destino”.