Roccalbegna, 19 aprile 2021 - Un’azienda maremmana sfida la crisi dovuta al Covid 19. Seppur con il grigiore delle nubi dovute alla pandemia mondiale sul comparto enogastronomico italiano, a Roccalbegna c’è un’azienda che, dopo 50 anni, invece di tirare i remi in barca ha deciso di rilanciare. E’ l’azienda vitivinicola biologica “Villa Patrizia”, una delle realtà vitivinicole più antiche della Maremma, adagiata sulle colline tra Arcille e Roccalbegna. Nata nel 1968, oggi l’azienda è passata di mano. Da nonno a nipote. Un passaggio “coraggioso”, visto il momento, ma che sfida il mercato nazionale ed estero con prodotti di alta qualità. Villa Patrizia da adesso sarà guidata da Alessio Casamatta, quarantenne agronomo dell’azienda di famiglia, che ha deciso di rimboccarsi le maniche e prendere le redini dell’azienda nonostante il periodo non sia dei migliori dal punto di vista economico. “La nostra è un’azienda storica nel panorama maremmano e con me siamo arrivati alla terza generazione – spiega Alessio Casamatta -. Villa Patrizia infatti è stata fondata nel 1968 da mio nonno. Credo che il nostro punto di forza sia proprio il carattere familiare e la tenacia del suo fondatore Romeo Bruni. Quando piantò le prime viti su un appezzamento di terra di proprietà del suocero nei dintorni di Cana, era già oltre i 35 anni. Suo padre nella prima metà del ‘900 produceva il vino per la famiglia degli Armenti nei dintorni del podere Dicioccatore (oggi Buratta) dove vivevano e lavoravano come mezzadri. Nei dintorni si diceva che il vino del “Bruni” era il più buono di tutti, perciò la passione per il vino era una vocazione di famiglia”. All’inizio l’azienda produceva essenzialmente vino sfuso, ma nel 1980 imbottiglia per la prima volta con l’etichetta Villa Patrizia il “Bianco” e il “Rosso di Roccalbegna”. Nel 1984 nasce la prima storica etichetta “Orto di Boccio”. Poi grazie all’aiuto dello stimato enologo maremmano Marco Stefanini nascono altre etichette, fra cui lo Sciamareti (Malvasia e Procanico) che nel 1990 conquista un premio a Follonica come miglior bianco di Maremma. “Dopo anni di mestiere “rubato” con gli occhi a mio nonno e dopo numerose vicissitudini familiari – dice Casamatta -, siamo riusciti a trovare poche settimane fa una formula per il passaggio dell’azienda a mio nome. La soddisfazione di dare continuità ad una realtà storica come la nostra in questi tempi difficili supera di gran lunga la preoccupazione per l’impegno preso. Il fatto che tutto questo avvenga nell’anno del mio quarantesimo compleanno forse rappresenta una sorta di punto di svolta”. L’azienda attualmente produce circa 50000 bottiglie annue, divise fra Montecucco, Morellino di Scansano, DOC Maremma (Ciliegiolo), e IGT Toscana. Le punte di diamante rimangono l’Orto di Boccio e lo Sciamareti che rappresentano le etichette tradizionali. “Negli anni sono stati affiancati da altre etichette molto apprezzate come l’Helios (in onore della nascita di mio figlio nel 2011) – conclude -, o il 4/20 che è una selezione di Merlot con etichetta numerata in onore degli 80 anni del fondatore Romeo”.
EconomiaUn'azienda vitivinicola sfida la crisi: la storia di "Villa Patrizia" va avanti