MAURIZIO COSTANZO
Grosseto

Spettacolare esplosione stellare nella galassia di Andromeda: la scoperta in diretta nel cielo toscano più buio d'Italia

Scoperta grazie agli strumenti del Virtual Telescope Project dall’astrofisico Gianluca Masi

Residui di una esplosione stellare (foto Ansa)

Residui di una esplosione stellare (foto Ansa)

Manciano (Grosseto), 4 ottobre 2023 - Un'esplosione stellare, una cosiddetta nova, è stata scoperta praticamente in diretta grazie agli strumenti del Virtual Telescope Project situati a Manciano, in provincia di Grosseto, che può vantare il cielo più buio e stellato dell'Italia continentale. Guidato dall'astrofisico Gianluca Masi, il Virtual Telescope ha individuato l'esplosione la sera del primo ottobre nella sorella maggiore della Via Lattea, la Galassia di Andromeda, a circa 2 milioni di anni luce dalla Terra. Una nova è un'esplosione dovuta all'innesco di una violenta reazione di fusione nucleare che avviene in seguito all'accumulo di gas intorno ad una nana bianca, lo stadio evolutivo finale di stelle simili al Sole. Proprio l'energia liberata da queste reazioni produce uno straordinario aumento di luminosità di decine di migliaia di volte: sembra, dunque, che una stella 'nuovà appaia nel cielo e da qui deriva l'antico nome dato a questi fenomeni. La nuova esplosione, scoperta il primo ottobre, è stata individuata grazie al confronto con un'immagine della stessa galassia ottenuta una settimana prima, dove la nova non compariva. La scoperta non è stata casuale: dall'inizio dell'agosto scorso, infatti, il Virtual Telescope ha avviato un'attività di costante monitoraggio delle due grandi galassie a noi più vicine: quella di Andromeda e quella del Triangolo. Determinante per questo risultato è stata anche la qualità del cielo del luogo, Manciano, che si trova nella Maremma grossetana: l'assenza di inquinamento luminoso in questa zona permette alle tecnologie impiegate di catturare anche i corpi celesti più elusivi, che da altri luoghi non sarebbero affatto visibili. Il cielo di Manciano, infatti, è oggi protagonista di un'iniziativa di sensibilizzazione per la sua messa in sicurezza proprio sotto il profilo dell'inquinamento luminoso, per preservare l'ultima oasi davvero stellata e facilmente accessibile d'Italia. Come ha spiegato il dottor Masi, le novae “sono oggetti di primario interesse astrofisico, costituite da sistemi binari stretti, di cui una delle componenti è una nana bianca”. “Quest’ultima, stadio evolutivo finale di stelle simili al Sole, riceve materia dalla compagna, accumulandolo sulla regione esterna della propria struttura. A lungo andare, pressione e temperatura di questo strato aumentano, fino all’innesco di una violenta reazione di fusione nucleare”, ha aggiunto l'astrofisico. “Proprio l’energia liberata da queste reazioni- ha concluso Masi - produce uno straordinario aumento di luminosità del sistema e contribuisce a disperdere l’accumulo di gas. In questa fase, la luminosità aumenta di decine di migliaia di volte, consentendo la visione di eventi simili anche da molto lontano, come in questo caso. Un’apparizione repentina, dunque, apparentemente una stella “nuova”, da cui l’antico nome di nova per questi astri”. Maurizio Costanzo