IRENE BLUNDO
Grosseto

Cinema, Valeria Golino racconta il suo "Miele" agli aspiranti critici

L'attrice ha parlato della sua prima esperienza come regista / VIDEO

Valeria Golino (Aprili)

Valeria Golino (Aprili)

Grosseto, 17 febbraio 2015 - Accolta dai flash dei fotografi, Valeria Golino si è dedicata agli aspiranti critici cinematografici che stanno seguendo il corso della Fondazione Grosseto Cultura con Mario Sesti, curatore del Premio Monicelli e tra gli organizzatori del Festival del cinema di Roma. L'affascinante Valeria ha parlato della sua prima esperienza da regista nel film "Miele", uscito nel 2013, che affronta il complesso e drammatico tema dell’eutanasia. Interpretato da Jasmine Trinca e Carlo Cecchi, il film è stato presentato al Festival di Cannes nella sezione "Un certain regard", riscuotendo apprezzamenti da pubblico e critica.

"Quando ho letto il romanzo a cui si ispira il film - spiega Valeria Golino - ho pensato a un possibile ruolo per me. Ma, dopo averne acquistato i diritti per la versione cinematografica e approfondendo la lettura, ho sentito più forte l'esigenza di dirigerlo. Ho capito che mi stava più a cuore dare il mio punto di vista della storia. E questo non avrei potuto farlo da attrice. È vero che c'è anche una tradizione di registi che sono pure attori nel proprio film, ma nel momento in cui ho deciso di dirigere Miele, non mi sono voluta come interprete. Ero convinta che il personaggio femminile dovesse essere più giovane di me, ancora non definito, liquido". Attrice molto apprezzata anche all’estero, oltre che regista, Valeria Golino è anche produttrice di film e attualmente è nelle sale con "Il nome del figlio” di Francesca Archibugi. "Poter filmare gli altri e non essere guardato - confessa - è stato molto rilassante, liberatorio".