"La pace è convivialità. È mangiare il pane insieme con gli altri, senza separarsi. E l’altro è un volto da scoprire, da contemplare, da togliere dalle nebbie dell’omologazione, dell’appiattimento": con queste belle parole di don Tonino Bello si è aperta la conviviale degli auguri dell’Accademia del Gusto alle Grazie, organizzata dagli accademici Antonella Simone e Flavio Foce. Gli Accademici si sono ritrovati al Ristorante della Baia per degustare una cena di terra e di mare, sotto la supervisione del direttore dell’Hotel della Baia, Antonino Sgarlata. "Questo Natale, con due guerre in corso in Terra Santa e Ucraina, che infliggono tante sofferenze alle popolazioni inermi, è un tempo di avvento difficile – ha spiegato nell’introduzione il presidente dell’Accademia del Gusto, Nicola Carozza – la nostra serata deve diventare l’occasione per riflettere sulla pace e sulla necessità di costruire atteggiamenti pacifici, nei nostri gesti e nelle parole quotidiane. Una pace piccola, anche a tavola tra noi, minuscola, ma importante, che può contribuire a costruire quella più grande nel rispetto e nella conoscenza reciproca". Inoltre gli accademici sono stati allietati da un gioco organizzato da Alberto e Maria Grazia Ascari, con l’estrazione di premi offerti dalla gioielleria Fregni.
La conviviale natalizia si è conclusa con la consegna dei nuovi distintivi accademici da parte dei past president Franco Carozza, Giuseppe Celeste e del vice presidente Roberto Liberi. Per ricordare Giulia e condannare ogni tipo di violenza sulle donne l’Accademia del Gusto ha, invece, dedicato la conviviale di novembre all’amore e all’eguaglianza anche ai fornelli contro ogni forma di discriminazione. La serata è iniziata nell’antico borgo di Bolano, nella cantina della Cooperativa ‘I Castelli’ per assaggiare il vino nuovo ancora in botte accompagnato da salumi e formaggi locali. "L’obiettivo della cooperativa nata negli anni 90 – hanno spiegato Giuseppe Ricciardi e Maurizio Bocchia– è quello di produrre un vino di alta qualità e salvaguardare la coltivazione della vite, evitare lo spopolamento delle campagne e il conseguente dissesto idrogeologico". Gli accademici si sono poi ritrovati al ristorante I Marchesi a Ceparana per una cena della chef Nadia Ricciardi. Sono intervenuti con domande ed approfondimenti gli accademici Alberto Ascari, Tiziana De Biasi, Franco Carozza, Valter Taglieri, Patrizia Quintavalla, Giuseppe Celeste, Antonietta Sforza e Mario Santi.
Marco Magi