REDAZIONE LA SPEZIA

Accademia della cucina alla Bitta

Un omaggio alla cultura gastronomica spezzina, declinata nei suoi elementi identitari più significativi, il pesce e i muscoli su tutti. Questo e molto altro ancora ha proposto l’ultima tappa del viaggio dell’Accademia italiana della cucina attraverso il cibo, la storia e la cultura del territorio. La serata si è svolta al ristorante "La Bitta" di Fezzano, nel comune di Porto Venere, che ha proposto un ricco menù - si è spaziato dagli antipasti ai paccheri ai frutti di mare, dalle acciughe proposte in tutte le "salse" al baccalà e ai filetti di orata in crosta di mandorle - sulla cui preparazione lo chef ha svelato alcuni piccoli segreti custoditi dalla tradizione, rivisitata con originali elementi creativi suggeriti dall’innovazione, secondo la nuova "filosofia" del locale di Fezzano. Del territorio spezzino anche il vino, un apprezzato vermentino dei colli di Luni prodotto dall’Azienda agricola Zangani di Santo Stefano Magra. "La Bitta" - oggi gestita dai fratelli Gennaro e Pierpaolo Casto, rispettivamente chef e responsabile di sala, subentrati nel 2018 alla famiglia Mori - agli inizi del ‘900 altro non era che una cantina di vini trasportati da un veliero proveniente dall’isola d’Elba che approdava al molo di Fezzano legando le corde alle bitte (da qui il nome del ristorante) per stare al sicuro dai venti e dalle mareggiate. Gli abitanti del paese, i "fezzanotti", all’inizio, usavano il locale solo come luogo di mescita, che si è poi trasformato negli anni in una vera e propria osteria con la cucina semplice dei piatti tipici del golfo. Ad introdurre la serata - organizzata dalle simposiarche Patrizia Gallotti e Marirosi Guidi - è stata la delegata spezzina dell’Accademia italiana della cucina Marinella Curre Caporuscio che, dopo aver dato il benvenuto agli accademici, ha brevemente dato conto dell’attività e dei programmi della Delegazione Aic, tra l’altro cresciuta con l’ingresso di un nuovo accademico presentato nel corso della serata, l’ingegner Maurizio Sambataro, già membro della Delegazione di Bucarest e da poco rientrato alla Spezia per ragioni professionali.

F.A.