"Non mi hanno entrare nello stabilimento balneare con il mio vane, benchè avessi prenotato e pagato". L’accusa arriva da Giovanni Baldanzini, medico veterinario, reduce da una sfortunata giornata al mare nella provincia spezzina. "Ho chiamato lo stabilimento per chiedere la disponibilità di un ombrellone, mi hanno dato l’ok e invitato ad effettuare la prenotazione dal web. Ho chiesto se accettavano anche il nostro piccolo cane e mi è stato risposto di sì". Dopo prenotazione e pagamento, il giorno dopo è andato allo stabilimento con moglie, figlia "e il mio piccolo Jack Russell Gina. Ma contrariamente a quanto affermato telefonicamente ci hanno impedito l’ingresso in compagnia del cane, che per loro regolamento non può avere accesso. Mi sono arrabbiato ho chiesto delucidazioni, mi è stato risposto che ci avrebbero solo rimborsato il biglietto già pagato. Naturalmente me sono dovuto andare via ed insieme a me tutta la famiglia". Nella sua lettera-sfogo il veterinario parla di "episodio vergognoso dì scorrettezza morale e commerciale".
E lancia accuse a largo raggio: "In Liguria forse più che in altre regioni c’è una ‘cinofobia’ così radicata che non crea nessun minimo disagio ad ogni gestore di stabilimento balneare nell’umiliare chi si presenta con un animale di piccola taglia. Ho letto che è consentito solo il passaggio verso la riva dalle 20,30 della sera alle 5,30 della mattina successiva, quindi al buio di notte e non in condizioni di sicurezza. L’umiliazione ricevuta, la modalità con cui mi è stata perpetrata e l’ingiustizia subita dai nostri piccoli amici in molti luoghi di mare è sconcertante, per niente in linea con quella che la sensibilità sempre maggiore verso i pets del mondo moderno".
Nella foto d’archivio: un cane al mare