E’ stato assolto anche dalla corte di Appello di Genova Adislao Inocencio Vargas Vera, l’ecuadoriano di 58 anni residente alla Spezia che era accusato di violenza sessuale su una bambina di otto anni. La prima sezione della corte di Appello ha confermato la sentenza di assoluzione pronunciata lo scorso febbraio dal collegio del tribunale della Spezia presieduto da Marta Perazzo con giudici a latere Gianfranco Petralia e Marinella Acerbi, che aveva accolto la tesi dell’avvocato difensore di fiducia Paolo Tarchi. Durante il dibattimento erano stati sentiti diversi testimoni che avevano riferito sia sullo status mentale della minore che sui fatti oggetto del processo. Vargas Vera era accusato di aver costretto una bimba di otto anni a subire atti sessuali, toccandola nelle parti intime mentre era ospite a casa sua. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a sette anni. Il collegio aveva assolto l’imputato ai sensi dell’articolo 530, comma 2, del codice di procedura penale quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste.
Le deposizioni dei testimoni della difesa hanno scagionato l’imputato, inoltre l’attendibilità della persona offesa risultava compromessa anche dal lungo tempo trascorso da quando i fatti sarebbero accaduti, tra il 2010 e il 2013, tanto che oggi la presunta vittima è maggiorenne. Secondo l’accusa, Vargas avrebbe condotto la bambina al piano di sopra della sua abitazione in fase di ristrutturazione, particolare di cui la presunta vittima non ha mai parlato, a differenza dei testimoni. Sulla minore fu fatta una prima perizia durante l’incidente probatorio, col risultato che era inidonea a rendere testimonianza in riferimento ai fatti per i quali si procedeva. La bimba fu mandata ad una visita e non furono riscontrati alterazioni sull’esame della realtà. Sulla base di ciò, a seguito dell’opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della madre difesa dall’avvocato Matteo Vicini, fu disposto un nuovo incidente probatorio e la nuova perizia disse che la minore aveva la compromissione della realtà, ma con le dovute cautele avrebbe potuto rendere testimonianza.
Massimo Benedetti